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Cetto la Qualunque ispirato a Berlusconi? «Sarebbe stato troppo facile, anzi non volevamo farci coinvolgere da cose troppo identificabili». A parlare così durante la conferenza stampa di Qualunquemente, nelle sale da oggi distribuito da 01 in 600 copie e destinato ad approdare in una delle sezioni collaterali del Festival di Berlino (10-20 febbraio), è un Antonio Albanese sulla difensiva. Il fatto è che l’identificazione con Berlusconi e con la cronaca recente è davvero troppo evidente e così le domande politiche o para-politiche al comico piovono a più non posso. Albanese prima dice «il mio Cetto si può considerare un moderato rispetto a certi politici di oggi». Ma poi un pò sbanda quando gli si chiede perchè mai il suo personaggio di politico corrotto fondatore del Partito di u pilù sulla spiaggia di fronte a bel corpo di ragazza in bikini dica:"davvero bel corpo d’assessore». «Che c’entra – dice Albanese – cose del genere accadono da sempre». Il fatto è che il comico ha dalla sua il fatto che personaggio di Cetto La Qualunque, imprenditore calabrese corrotto che disprezza natura, democrazia e donne può rivendicare una lunga storia che lo metterebbe fuori da ogni sospetto almeno dalla cronaca recente. «E’ dal 2003 che faccio questo personaggio (Cetto nasce all’interno del programma Non c’è problema, poi passa a Mai dire domenica e ultimamente è ospite del programma di Fazio Che tempo che fa). Questo è solo un film comico che racconta il nostro paese. Forse è la prima volta che si rendono risibili certi personaggi che non sono altri che cattivi esempi della nostra generazione». E ancora per quanto riguarda il rapporto con la cronaca, non ultimo il caso Ruby, «Il mio ‘Cetto la qualunquè oggi? È solo un moderato – ribadisce -. Quando ho scritto il film tre anni fa poteva essere diverso, ma oggi è di fatto così. Non so che dire – spiega il comico – certo sembra che certe cose siano fatto apposta, ma è anche vero che se il film fosse uscito sei mesi fa o due anni fa non sarebbe stato troppo diverso».

La storia del film è semplice. Cetto La Qualunque, latitante all’estero, torna in patria nel cementato e immaginario paesino calabrese di Marina di Sopra (non a caso gemellato con Weimar, ndr) con tanto di amante brasiliana e si riunisce, dopo quattro anni, a fedele e tradizionale moglie Carmen (Lorenza Indovina) e al figlio Melo. Qui Cetto che odia giustizia, tasse, antichità, cultura e ama solo u pilu pensa bene di entrare in politica con la consulenza di un singolare spin doctor (Sergio Rubini), un pugliese che si spaccia per milanese e pratica Thai Chi Chuan. Ma alla fine le elezioni le vincerà falsificando le schede elettorali. Chiusura del film ancora nel segno della cronaca. Si pensa a una prossima casa per Cetto La Qualunque e, guarda caso, esce fuori una foto del Quirinale. Un modo per garantire una scalata di Cetto La Qualunque verso la Presidenza della Repubblica e, forse, anche un sequel a Qualunquemente. Antonio Albanese e il regista del film Giulio Manfredonia, prodotto da Fandango in collaborazione con Rai Cinema, non dicono nè sì nè no. Forse dipenderà anche dalla risposte delle sale di Qualunquemente in questo momento d’oro della commedia italiana.
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Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.