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Tran Trung Hieu, noto come ‘Ny’, e’ originario di Ho Chi Minh City, dove e’ iniziata la sua carriere di make-up artist e parrucchiere per clienti del mondo dello spettacolo. I suoi lavori sono ampliamente documentati in riviste come "Tiep Gia Dinh Thi &", "La Gioi Van Hoa", "Phong Cach", "Her World". Cantanti, attori e modelli del sud-est asiatico conoscono bene l’approccio innovativo di Ny – le sue competenze sono state usate per film, televisione e teatro. Nel 2006 Ny ha aperto il suo primo salone di bellezza "NY". Dopo un anno di sostenuto successo , Ny ha collaborato con Miss Vietnam per due anni consecutivi, 2007 e 2008. Successivamente Ny, si e’ concentrato esclusivamente con l’industria cinematografica e nel 2009 entra a far parte del set di "Nhat Ky Tuyet Bach", un blockbuster nazionale proiettato nell’intero Vietnam. Ny si e’ trasferito in Europa nel 2010 e vive tra Zurigo, Londra e Milano. E’ membro dell’Accademia Apulia UK.
A che punto della sua vita ha capito che voleva diventare un make-up artist?
A 19 anni decisi di iscrivermi a un corso di formazione per disegnatori di moda (fashion designer). In quel periodo ho avuto l’occasione di partecipare a diverse sfilate di moda. Molte volte, mi accorgevo che il trucco usato e l’acconciatura dei capelli delle stiliste non era adatto all’abito indossato. Questo, ovviamente, mi rendeva insodisfatto. Si considera molto l’abito, mentre il viso della modella viene trascurato. Pertanto, ho deciso di intraprendere la formazione di visaggista/acconciatore (hair & make-up artist).
Quali sono gli ostacoli e le sfide che ha dovuto affrontare nel suo settore?
All’inizio noi uomini siamo svantaggiati rispetto alle donne che intraprendono questa professione. Durante la formazione, loro posso esercitarsi sul proprio viso, mentre per noi maschietti ciò non è possibile. Quindi dobbiamo lavorare molto con gli occhi, apprendere i "trucchi del mestiere" osservando molto bene ciò che realizzano i nostri formatori. In seguito ho incominciato a sercitarmi anch’io sui volti di amiche disponibili e coraggiose….. Così ho imparato il mestieri.
A beneficio di aspiranti professionisti, descriva una tipica giornata nella vita di un make-up artist?
Dipende dal luogo in cui si lavora. Lo considero, in ogni caso, un lavoro molto faticoso ma entusiasmante. Occorre molta determinazione, grande energia e, soprattutto, immensa passione. Bisogna essere consapevoli che non ci sono orari di lavoro fissi. Si sa quando si inizia, ma non si sa quando si finisce.
Qual ritiene sia l’aspetto piu’ interessante del lavoro di un make-up artist?
La soddisfazione di constatare che hai realizzato un buon risultato. Ti senti felice, soprattutto, quando al termine del lavoro realizzat vieni apprezzato dalla gente.
C’è un make-up artist che ammira particolarmente?
Mi piace lo style di Dior e Givenchy.
Come definisce la ‘bellezza’?
Essere naturali, ma nello stesso tempo eleganti e raffinati.
Esiste una differenza nella tecnica di make-up tra Estremo Oriente e Europa?
In Asia si usano molto colori forti, sgargianti. Mentre in Europa si preferiscono colori più naturali. Ovviamente anche la fisionomia del viso tra le modelle europee e quelle asiatiche cambia e, di conseguenza, vanno usati colori e tecniche diverse per ottenere un buon risultato.
Qual e’ l’errore piu’ comune commesso dalle donne in relazione al make-up?
Spesso le donne si ispirano molto al trucco usato dalle modelle, senza rendersi conto che quel tipo i lavoro viene realizzato per foto sulle riviste, oppure quello per le sfilate di moda, tenendo in considerazione di diversi fattori (luci, fari, temperatura ambiente, abito etc.). Perciò, non può essere simile a quello usato per andare a una festa. In Asia, ad esempio, molte donne usano un stile di trucco più idoneo alle occidentali. Soprattutto per quanto riguardo il trucco per gli occhi. Adottano la tecnica di make up che rende gli occhi (piccoli e a mandorla) più luminosi ed evanescienti, ma esteticamente brutti.
Recentemente si e’ trasferito in Europa – come e’ stato passaggio?
Come in tutte le cose della vita, all’inizio è stato difficile.
Quali sono le difficoltà che ha incontrato finora?
Trovarmi in nuovo ambiente, crearmi nuove amicizie, parlare una lingua diversa (sto imparando assiduamente il tedesco), il clima più freddo rispetto al Vietnam. Ma con il trascorrere del tempo mi sto abituando e spero, quanto prima, di crearmi anche una posizione dal punto di vista professionale.
Cosa le piace di più Europa?
La possibilità di rimettermi in discussione. Posso considerarla un’esperienza stimolante dal punto di vista professionale (e non). Mi permette di viaggiare molto, conoscere le cosidette capitali dell’alta moda internazionale (Parigi, Londra, Milano), raccogliere nuove idee e, in seguito, poterle mettere in pratica.
Cosa meno?
In questi pochi mesi che sono qui, ho constatato che il vecchio continente, per alcuni aspetti, è molto chiuso in se stesso. Mentre il mondo cambia, qui si ha la tendenza di mantenere lo „status quo“. Forse farebbe bene ad aprirsi di più. Per quanto riguarda il mio abito professionale, ad esempio, l’Europa è ancora molto timida nel dare opportunità a talenti provenienti da altri continenti. Questo è un peccato. Secondo me l’Europa ne trarrebbe vantaggio…
Qual è il messaggio per i giovani artisti in giro per il mondo?
Innanzitutto studiare molto. Tenersi constatemente aggiornati ed essere disponibili ad apprendere nuove tecniche. La concorrenza nel nostro settore è molto spietata, non basta essere bravi, bisogna dare sempre il massimo di se stessi.