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La mostra Teotihuacan, la città degli Dei, inaugurata a novembre presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali e in collaborazione con l’Ambasciata del Messico in Italia, sarà visitabile fino al 27 febbraio 2011. Il primo e più importante progetto espositivo dedicato alla civiltà precolombiana di Teotihuacan è dovuto all’archeologo Felipe Solis.
Gli archeologi hanno portato alla luce solo una piccola parte della Città degli dei, che gli Aztechi chiamarono Teotihuacan, “il luogo in cui gli uomini si trasformano in dei”, solo molti secoli dopo la sua caduta. Il nome è legato al mito azteco precoloniale che descrive l’universo dopo la catastrofe della Quarta Era (l’Era del Sole d’Acqua). Regnava l’oscurità e gli Dei si riunirono per designare chi avrebbe illuminato il mondo.Vennero scelti Tecucitécatl e l’umile e malato Nanahuátzin, perché si immolassero lanciandosi nel fuoco per dare origine al Quinto Sole.
Il primo, bello ed elegante, si tirò indietro, ma il malato Nanahuátzin si lanciò nel fuoco senza esitazione. Si formò il sole. Tecucitécatl, che aveva esitato, si vergognò della propria codardia e si gettò nel fuoco a sua volta, originando un altro sole. Ma gli dei gli lanciarono sul viso un coniglio, che ne smorzò la luminosità e il calore dando luogo alla luna.
Della civiltà di Teotihuacan non conosciamo la lingua né la scrittura, ma solo i nomi dati alla città principale e alle sue divinità dagli Aztechi prima dei quali questa capitale dominò l’intera area mesoamericana. Le sue origini più remote risalgono al II sec. a.C., il momento del suo massimo splendore è compreso fra il 150 e il 550 d.C., mentre la sua fine è databile al VII sec. d.C. Nel corso dei secoli la “Città degli Dei” raggiunse una popolazione di 150.000 abitanti.
La mostra riunisce oltre quattrocento reperti di inestimabile valore storico e antropologico, provenienti da undici musei messicani e tre musei europei. Il lavoro museografico prende in considerazione le scoperte e gli studi dell’ultimo secolo. Nella sede messicana della mostra la cura espositiva fu a carico di Felipe Solis, la cui prematura scomparsa gli ha impedito di vedere l’allestimento finale all’interno del Museo Nacional de Antropologia e Historia di Città del Messico.
I reperti esposti comprendono esempi di scultura monumentale, rilievi e pitture murali, statuette in ossidiana e pietra verde, vasi fittili, bracieri con richiami antropomorfi, oggetti con riferimenti mitologici o rituali che testimoniano la raffinatezza, la creatività e la passione per la decorazione e l’arte di un popolo per altri versi remoto e sconosciuto. Molto prima dell’arrivo degli Europei, Teotihuacan era conosciuta e rispettata da tutte le popolazioni che occupavano il Messico e parte dell’America centrale.
Molto suggestivo l’allestimento romano, che divide la mostra in sezioni a ciascuna delle quali è dedicata una sala. La prima sezione è dedicata all’architettura e all’urbanistca, la seconda si intitola “Economia e guerra”, la terza è dedicata all’importanza dei sacrifici umani, la quarta alla religione, la quinta alla vita nei palazzi, la sesta all’artigianato, la settima ai rapporti fra Teotihuacan e le altre popolazioni della Mesoamerica, come Maya e Zapotechi. La consulenza scientifica per l’edizione italiana della mostra è di Davide Domenici. L’esposizione proseguirà nelle sedi di Barcellona e di Madrid.
TEOTIHUACAN. LA CITTA’ DEGLI DEI
Roma Palazzo delle Esposizioni
Chiuso il lunedì
Info www.palazzoesposizioni.it