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Da qualche giorno, il Congresso degli Stati Uniti d’America ha ufficialmente adottato una Risoluzione che riconosce in Palladio il "Padre" dell’architettura americana.
Con voto unanime i due rami del Congresso degli Stati Uniti d’America hanno sottoscritto la Concurrent Resolution 259 che dichiara Andrea Palladio "Padre della architettura americana".
L’iter che ha portato alla ufficiale adozione dello storico Atto si è concluso lo scorso 6 dicembre con l’approvazione della Risoluzione da parte del Senato degli Stati Uniti, approvazione che ha fatto seguito a quella deliberata della Camera dei Rappresentanti il 17 novembre. In entrambi i casi la votazione è stata unanime.
A presentarla è stato il deputato democratico del New Jersey Bill Pascrell lo scorso 25 marzo 2010, affiancato – nel passaggio al Senato – dal senatore repubblicano del Wyoming, Mike Enzi.
La Concurrent Resolution è lo strumento con cui i due rami del Congresso si esprimono congiuntamente su temi di primario interesse nazionale, che non abbiano fini legislativi.
Nel testo ufficiale della Risoluzione, il Congresso degli Stati Uniti "riconosce l’immensa influenza di Palladio sulla architettura degli Stati Uniti ed esprime la propria gratitudine per l’arricchimento che la sua vita e la sua carriera hanno conferito all’ambiente costruito della Nazione americana".
Nelle premesse la Risoluzione 259 ripercorre gli aspetti salienti della influenza palladiana degli Stati Uniti, definendo i Quattro Libri dell’Architettura come la più importante pubblicazione di architettura d’ogni tempo, modello per l’immagine architettonica del mondo Occidentale, e fonte primaria per gli architetti americani dai tempi delle Colonie ad oggi.
Il documento procede citando gli edifici-simbolo del palladianesimo americano, dalla villa di Monticello di Thomas Jefferson alla White House.
Richiama infine esplicitamente l’impegno per la valorizzazione palladiana svolto da parte del Comitato Nazionale Italiano per le Celebrazioni di Palladio 500 anni e il Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, insieme all’Istituto Italiano di Cultura negli USA e diverse Istituzioni Americane.
Una grande soddisfazione è espressa da Amalia Sartori, presidente del Comitato per le Celebrazioni di Palladio 500 e del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio: "Non credo siano molti i precedenti di un simile riconoscimento all’arte italiana da parte del Congresso degli Stati Uniti.
Esso è il coronamento di un percorso inaugurato dal Presidente Giorgio Napolitano nel settembre del 2008, quando tenne a battesimo la grande mostra di Palladio a Vicenza, che successivamente a Londra, Barcellona e Madrid è stata visitata da oltre 500.000 persone.
Attualmente la mostra palladiana è in corso al National Building Museum di Washington, dopo essere stata a New York e sarà a Montreal e a Pittsburg. Parallelamente a Istanbul la nostra esposizione di modelli lignei palladiani sta concludendo gli eventi di Istanbul capitale europea della cultura 2010.
E’ un successo corale, per il quale dobbiamo essere riconoscenti a tutti coloro che ci hanno creduto e che hanno contribuito a realizzarlo: in primis la Regione del Veneto, il Ministero per i Beni Culturali, il Comune, Provincia e Camera di Commercio di Vicenza, la Fondazione Cariverona, Dainese, l’Associazione Industriali della Provincia di Vicenza, le aziende che con la Palladio Society sostengono con continuità l’attività del Centro e la Banca Popolare di Vicenza. Penso che possiamo essere tutti orgogliosi di una istituzione culturale che da Vicenza riesce a costruire un progetto di ricerca e valorizzazione dell’eccellenza italiana e contribuisce a farla apprezzare nel mondo.
Dobbiamo un grazie particolare ai Promotori della Risoluzione, Bill Pascrell e a Mike Enzi, ed insieme all’Ambasciatore d’Italia a Washington, Giulio Terzi, che con i funzionari dell’Ambasciata ha seguito con passione ed efficienza l’intera vicenda. In una occasione come questa è doveroso ricordare il professor Mario di Valmarana, docente alla University of Virginia, recentemente scomparso, che per cinquantanni è stato l’italiano che ha contribuito più di ogni altro a creare un ponte fra Palladio e il mondo universitario americano".