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Nei giorni scorsi, a Lecce, ha avuto inizio Il corso di Danze che abbracciano il periodo che va dal Rinascimento alla fine del XIX secolo, sotto la guida esperta della coreografa e ballerina Assunta Fanuli. Studiosa e costumista di Danze storiche da quasi 30 anni, Assunta Fanuli è vicepresidente dell’associazione “Società di Danza” diretta da Fabio Mòllica dal 1991, autore di numerosi testi di cultura della danza storica. Obiettivo dell’associazione è quelli di riproporre le danze storiche nelle città italiane con particolare riferimento al periodo ottocentesco. Risponde l’insegnante e curatrice del corso Assunta Fanuli.
Da cosa nasce il particolare interesse per il periodo ottocentesco?
Abbiamo deciso di proporre il periodo della danza ottocentesca perché è quella danza che ti permette di socializzare meglio delle altre dal momento che avviene una rotazione dei cavalieri e delle dame.
Da cosa si differenzia la danza ottocentesca dalla danza classica?
La Danza classica, a causa della continua ricerca della perfezione del movimento, ti pone in una situazione tale da non riescire a tirare il meglio di se stessi nel migliore dei modi e con gli anni questa ricerca porta ad una modifica del proprio corpo.
A chi si rivolge questo corso?
Il corso è rivolto praticamente a tutti.
E’ in programma un saggio finale?
Non sono saggi, sono eventi. Proporremo feste informali che si chiamano TEA-DANCE, che erano i momenti in cui ci si incontrava per conversare e socializzare prendendo il thè. Poi faremo i gran balli in stile nei palazzi con musica dal vivo e magari un buffet. Con la nostra associazione vogliamo insegnare anche lo stile di vita ottocentesco. Poi ci sono due appuntamenti fondamentali: lo Stage di Pasqua e lo Stage Estivo, durante i quali tutti i corsisti d’europa si radunano e si confrontano proportando nuovi stili.
Cosa pensa dei Talent show?
Non ho il televisore (ride ndr)
Che vuol dire?
Non va bene, per quel che concerne la danza, lo spirito competitivo che si respira durante quel tipo di trasmissioni, cerco di non far vedere a mia figlia di vedere quel genere di programmi.