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Il 30 ottobre compie 50 anni il più grande calciatore di tutti i tempi: Diego Armando Maradona. La sua è una storia complicata, fatta di gioie e dolori. Dai suoi esordi alle ”chipoliitas”, le cipolline, la sua prima squadra nei sobborghi di Buenos Aires, all’ultimo commovente addio al calcio, nel suo tempio “ La Bombonera”, stadio del Boca juniors. Nato a Lanus il 30 ottobre 1960, sin dai primi anni di età, ama la pelota al punto tale da dormire con la stessa ogni notte. Si diffonde come una epidemia la notizia che nei sobborghi di Buenos Aires, nei primi anni 70 , c’è un piccolo ragazzino che gioca benissimo al calcio e che è capace di vincere una partita da solo. Si fiondano su di lui molti osservatori ma è l’Argentinos juniors a credere in lui ed ad aggiudicarsi il suo cartellino. L’esordio nel campionato argentino avviene all’età record di 15 anni. Diego ci mette poco ad entrare anche nel giro della nazionale, e viene subito convocato , dall’allora commissario tecnico Menotti. Incanta anche in nazionale, il 1978, anno dei mondiali di calcio che si svolgeranno proprio in Argentina, è vicino, e Diego non vuole mancare. Ma ecco che arriva la prima delusione. Il CT Menotti, non lo convoca, lo reputa ancora troppo giovane,anche perchè in quel biennio la stella argentina si chiama Mario Kempes. La scelta darà ragione all’allenatore. Kempes sarà determinante nella finale contro l’Olanda e l’Argentina diventa campione del mondo. Arriva il mondiale ’82, e Diego non incanta, anzi, ancora troppo immaturo, si fa espellere proprio contro l’Italia. Ma Barcellona è la sua nuova casa, e dopo un buon inizio, viene preso di mira dai difensori spagnoli ed un brutto infortunio lo tiene lontano dai campi di calcio per molto tempo. Ma la Spagna non lo ama e lui si dirige verso Napoli. Verso quella città che gli ha dato tanto, ma che gli ha tolto altrettanto. Gioie e dolori. Trionfi con la squadra e disavventure personali segneranno il suo periodo a Napoli. I due scudetti, la coppa uefa e la supercoppa italiana in campo,donne, guai e cocaina fuori dal campo. Tra l’esperienza spagnola e quella italiana, Diego nel 1986 raggiunge il massimo della sua carriera calcistica, trascinando la sua Argentina alla conquista della coppa del mondo. Nella partita contro l’ Inghilterra, ai mondiali messicani, realizza il gol più bello della storia del calcio, scartando come birilli, sette giocatori compreso il portiere. Nei mondiali 90 elimina l’Italia in semifinale e nella primavera successiva arriva la prima squalifica per doping. Comincia il suo calvario.
L’addio forzato a Napoli, insignificanti esperienze a Siviglia e nel campionato argentino segneranno il suo addio definitivo al calcio, intervallato solo da un altro mondiale, quello americano del 1994 , contraddistinto da un’altra squalifica per doping. Personaggio forte,carismatico, Diego Maradona è stato sempre un giocatore leale, sempre rispettoso del suo avversario, e mai provocatore in campo, sempre pronto a sacrificarsi per il gruppo ed a esserne il capo carismatico. Ha pagato a caro prezzo le sue idee contrastanti che aveva con la Fifa. Ha sempre detto quello che pensava e per questo non era visto di buon grado dai “ politici “ del calcio. Le sue due squalifiche per doping, infatti, in Italia nel 91, e in America nel 94, lasciano ancora forti dubbi, sulla veridicità dell’uso di sostanze dopanti.
Sempre giudicato per quello che ha fatto nella sua vita privata, Diego è riuscito a rialzarsi anche quando ormai i suoi problemi con la droga lo stavano portando ad una morte sicura. Recentemente lo abbiamo visto ai mondiali sudafricani, in qualità di allenatore della sua Argentina. Diego Armando Maradona, semplicemente il “pibe de oro”. Buon compleanno Diego.