Tempo di lettura: 2 minuti
Per la quinta edizione del Festival di Roma che si apre giovedì, quattro film italiani, proprio come l’anno scorso, ma che parlano però poco italiano.
Partiamo da GANGOR di Italo Spinelli, al suo terzo lungometraggio. Il film, una coproduzione Italia-India, non ha nel cast nessun attore italiano. Tratto da un famoso racconto di Mahasweta Devi, la maggiore personalità letteraria bengalese, esattamente dal racconto dal titolo ‘Dietro il corsettò della sua ‘Trilogia del senò, racconta la storia vera di un fotografo, Upin, inviato nel Bengala per un reportage sullo sfruttamento e la violenza subita dalla donne tribali. Ma una sua foto, quella di Gangor, una donna che sta allattando, pubblicata in prima pagina, cambia drammaticamente la vita di questa signora che diventa subito oggetto di scandalo. La regia di Spinelli di questo film, girato totalmente in Hindi e che sembra molto atteso in Asia, è dovuta all’amicizia con la scrittrice, nata anche dietro le quinte del festival del cinema asiatico, diretto da anni dallo stesso regista.
IO SONO CON TE di Guido Chiesa, girato a Matmata, Monastir e El Kef in Tunisia, con cast misto tra attori e non-attori locali e italiani (tra questi Carlo Cecchi, Giorgio Colangeli e Fabrizio Gifuni), è la storia di una ragazza ribelle vissuta nella Galilea di duemila anni fa di nome Maria di Nazareth. Il racconto parte dal concepimento fino all’adolescenza di Gesù, e si rifà ai vangeli canonici come a quelli apocrifi. «Abbiamo scelto – spiega nelle note di regia Guido Chiesa – persone semplici, pastori, contadini che hanno animato il film recitando nella loro lingua madre, il dialetto delle campagne tunisine».
Diversa la storia di UNA VITA TRANQUILLA di Claudio Cupellini, al suo secondo lungometraggio con Toni Servillo nei panni del protagonista che parla per la metà del tempo in tedesco. Nel film, prodotto da Italia-Germania-Francia, ritroviamo Rosario Russo (Servillo) nei panni di un cinquantenne che da dodici vive in Germania dove gestisce, insieme alla moglie Renate, un albergo-ristorante. La sua vita è serena: ha un bambino (Mathias), un aiuto cuoco (Claudio) che è anche un amico, e molti progetti per il futuro. Ma un giorno di febbraio tutto cambia. Nel ristorante di Rosario arrivano due ragazzi italiani. Il primo si chiama Edoardo ed è il figlio di Mario Fiore, capo di una delle più potenti famiglie di camorra; l’altro, Diego, Rosario lo riconosce subito perchè è suo figlio.
LA SCUOLA È FINITA di Valerio Jalongo è infine totalmente nel segno dell’Italia. Siamo all’Istituto Pestalozzi, una scuola di Roma. Qui c’è un ragazzo problematico, Alex Donadei, che distribuisce a pagamento pasticche colorate ai suoi compagni. Alex non è certo amato dai professori per questo. Ma prima la professoressa Daria Quarenghi, con il suo Centro d’ascolto, si impegna per il recupero del ragazzo, poi a volerlo salvare ci si mette anche il professor Talarico, che una mattina se lo vede affibbiare alla sua classe dalla preside. E salvare uno come Alex non è impresa facile. Come se non bastasse, i due professori entrano in competizione nel contendersi le attenzioni del ragazzo, instaurando con lui un rapporto educativo e affettivo un pò troppo fuori dalle regole.
In foto un’immagine del film Gangor di Italo Spinelli