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Sara Sist, curatrice d’arte, é stata educata a riconoscere la bellezza nella sua forma più pura grazie alla passione dei suoi genitori per le diverse forme di arte applicata e per l’arte visiva in particolare. Ha trascorso gli anni formativi nella Svizzera tedesca dove la sua forma mentis ne e’ stata positivamente influenzata e la predispone ad operare ad un livello internazionale. Dal 1999 lavora per l’editore delle sculture in bronzo di Salvador Dalì in mostra a Venezia, Berlino, Londra e Parigi. Sara è ianche un esperto delle opere di Picasso e Chagall.
Spinta dal desiderio di sostenere giovani artisti emergenti, nel 2005 Sara Sist apre uno spazio espositivo a Venezia, la Galleria 3D’S. Da quel momento in poi la sua vita diventa un tourbillon. Ha curato eventi collaterali alla Biennale con giovani artisti canadesi, così come con artisti dell’Università Zayed degli Emirati, ma soprattutto ha ridato vita al prestigioso Premio Internazionale d’Arte La Colomba.
Il suo interesse per Venezia, la sua spiccata curiosità e il suo influente portafoglio di conoscenze nel campo artistico, portano Sara ad avventurarsi nel mondo del vetro di Murano. La programmazione artistica della Galleria 3D’S viene attualmente curata da Sara e da "Cantiere Corpo Luogo", che é stato selezionato come partner per la sua scelta mirata ed efficace di artisti contemporanei.
Sara e’ membro dell’Accademia Apulia UK e vive tra Venezia, Parigi e Londra. Il suo campo d’azione si espande a Berlino, gli Emirati Arabi, il Canada e gli Stati Uniti.
E’ il direttore del Premio d’Arte Internazionale ‘La Colomba’. Come e’ nato questo premio?
Nel 1927 Arturo Deana acquisì la trattoria La Colomba di Venezia che divento’ presto un luogo di incontro per molti artisti locali. Erano tutti benvenuti a La Colomba e coloro i quali non poteva permettersi di pagare il conto poteva sempre barattare un pasto con un dipinto. Questi erano gli anni di De Chirico, Morandi, De Pisis, Martini, Campigli, Chagall e Picasso.
Il 1942 segno’ l’interruzione della Biennale di Venezia per sei anni a causa dell’avvento della Seconda Guerra Mondiale. Arturo Deana decise cosi’ di creare un premio Colomba per la pittura, che nel 1946 fu definito da molti come la ‘Piccola Biennale’.
La collezione di opere d’arte di Deana crebbe, naturalmente, molto. Alcuni di questi dipinti prestigiosi sono, ancora oggi, visibili sulle pareti della sala da pranzo del grande ristorante.
Nel settembre del 1953, sotto la direzione di Carlo Cardazzo, nacque il premio La Colomba.
"Il pubblico non capisce l’arte contemporanea, non è perché sia stupido, ma perché l’arte e’ diventata stupida." E’ d’accordo con questa affermazione?
Il mondo ha sempre avuto a che fare con arte “stupida”. Oggi ci sono molte più persone che si considerano artisti. E’ più facile essere “ispirati” dalle esigenze commerciali, piuttosto ricercare l’espressione artistica del proprio “io”. Quindi, sì, credo che ci sia molta arte stupida in giro. D’altra parte, a volte pensiamo che qualcosa sia stupido, solo perché non lo capiamo. Per comprendere profondamente l’arte è necessaria una sensibilità nel riconoscerla. L’Arte "vera” non ammette ignoranza.
Pensa che il ‘valore’ di un oggetto d’arte diminuisca o cambi quando si scopre che e’ stato prodotto dall’assistente dell’artista (come nel caso di Damien Hirst)?
La definizione di ‘opera d’arte’ è ampia. Ad esempio, in alcune nazioni l’artigianato e’ incluso nelle definizione di opera d’arte. A mio parere l’arte è ciò che parte da un’idea, si sviluppa in un concetto, viene eseguita mediante tecnica perfetta ed è capace di suscitare un’emozione in colui che l’ammira – sia essa positiva o negativa – questo non importa.
Non è inoltre escluso che l’opera d’arte sia il risultato di un intervento a più mani. Se consideriamo che un edificio o una canzone sono spesso il prodotto di una collaborazione tra diversi soggetti, allora un’opera d’arte può anche essere realizzata dal lavoro di più personalità. Importante è la qualità e il livello della comunicazione del contenuto.
Cosa direbbe a chi sostiene che gli esperti d’arte sono una “razza misteriosa”, temuta dagli artisti emergenti?
Ci sono alcuni esperti d’arte di cui io stessa ho paura! è attraverso la loro provocazione ed il confronto con questi che un artista sviluppa ulteriormente la propria conoscenza, affina lo spirito, e approfondisce il senso di autoanalisi e di autocritica.
Come giudica il rapporto tra gli artisti e i galleristi?
Cats and dogs – cani e gatti, amore e odio, rispettoso e insopportabile, ma nessuno dei due può vivere senza l’altro.
Quando un artista “fallisce” come artista, cosa c’è alla base del rifiuto?
Ogni caso è diverso. Quello che è importante è essere sempre in movimento, con coscienza, modestia e costante applicazione.
Gli esperti d’arte sono artisti mancati, potrebbe commentare quest’affermazione?
Questa affermazione potrebbe essere vera. Credo anche che in tutti noi ci sia un artista, abbiamo solo bisogno di riconoscerlo, e trovare il giusto modo per esprimerlo. Magari possiamo intravedere l’arte nella composizione di un piatto come pure in una formula algebrica.
In qualità di esperto d’arte, che cosa cerca in un artista?
La sua arte deve darmi un ‘vibe’. L’esecuzione tecnica insieme all’evoluzione artistica della persona deve catturare il mio interesse e la mia fantasia. Penso, inoltre, che il dialogo con l’artista non debba essere complicato e la sua affidabilità una variabile importante.
Se potesse trascorrere un week-end con un personaggio storico, un artista, con chi condividerebbe il suo spazio? (escluso Salvador Dalì!)?
Leonardo Da Vinci.
Cos’ è la speranza per Sara Sist?
Riuscire a trovare qualcosa che catturi la mia attenzione, che fermi il mio orologio interno, provocandomi un sorriso. Deve essere una sorpresa al contempo semplice e piacevole. Può essere un’opera d’arte, uno sconosciuto per strada, un suono, un odore.