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Sono a pieno titolo il gruppo rivelazione del 2010 e verranno in Puglia (per la prima volta) per aprire il concerto del primo settembre a Noci (in provincia di Bari) degli arci conosciuti Placebo. Loro si chiamano Hana B e noi di LSDmagazine siamo riusciti ad intervistare in esclusiva il leader del gruppo, Fab Vitale, che ci racconta dei vari progetti in cui è coinvolto il gruppo e degli interessanti progetti futuri.
Quali sono i vostri artisti di riferimento?
Cerchiamo da sempre un sound personale. Abbiamo pubblicato due album in quattro anni (Camera Oscura 2006; Ruins’ Hotel 2010). E’ un tempo relativamente breve eppure le differenze tra i due lavori sono, per alcuni versi, abissali.
Il progetto Hana B è il risultato della sensibilità emotiva e musicale di cinque ragazzi, amici innanzitutto, che condividono letteralmente la vita, una casa e i sogni, da sempre. A Londra condividiamo l’appartamento, viviamo insieme, in una sorta di simbiosi, una grande famiglia unita nel nome della nostra musica.
E’ la nostra forza, un micro mondo blindato e insieme pronto ad aprirsi. Ognuno di noi riversa qui dentro tutto ciò che di buono, di interessante o semplicemente curioso trova; lo condividiamo e proviamo a comprenderlo insieme.
Ci piace ascoltare cose molte differenti tra loro, dal rock’n’roll primitivo dei Sixties alle sperimentazioni elettroniche più recenti, passando dall’industrial tedesco. Gli innamoramenti musicali più vicini sono stati Soulsavers, The National, Antony and the Johnsons. Aspettando con ansia il prossimo disco dei Radiohead.
È la prima volta che venite nel sud Italia ed in Puglia ad esibirvi?
Si, è la prima volta che finalmente affrontiamo il pubblico pugliese. Nei precedenti tour abbiamo avuto occasione di suonare molto in Italia toccando tutte le regioni, eccetto Sardegna e Puglia. Evidentemente il destino ci riservava qualcosa di grande qui, come l’apertura dei Placebo.
Ruin’s Hotel, la nostra musica e lo staff di lavoro che si è formato attorno al progetto Hana B, stanno aprendo possibilità concrete per i nostri sogni più ambiziosi.
Il prossimo concerto di Noci dell’ 1 settembre con i Placebo, così come quello con i Baustelle del 17 settembre al MOA, il salone internazionale della Musica, sono tappe molto eccitanti di un viaggio iniziato tempo fa e che vede crescere sempre di più il nostro desiderio (quasi un bisogno fondamentale) di suonare dal vivo. In un momento storico in cui molte delle realtà quotidiane che viviamo sono per lo più virtuali, il live, la performance artistica (a tutti i livelli) possiede una capacità di creare empatia, contatto e condivisione col pubblico senza pari.
Uno dei vostri brani, l’inedito “Don’t let Me Go” disponibile in download dal 20 settembre, è entrato a far parte della campagna fund raising di Save the children. Come siete stati scelti?
Il merito è tutto di “A Beautiful Lie”, la quarta traccia di Ruins’ Hotel, che i responsabili di Save the Children avevano avuto modo di ascoltare. In un incontro con il nostro management ne è stato ipotizzato l’utilizzo proprio per la campagna Every One. Noi eravamo in studio, a lavorare ai brani del nuovo disco, quando ci è stata prospettata questa possibilità. E’ qui che abbiamo deciso di provare a scrivere un inedito, “Don’t let Me Go”, per la campagna Every One. L’obiettivo che Save the Children si propone è troppo importante, ci siamo detti, dobbiamo dare il meglio di noi in maniera esclusiva. Non sapevamo altro, la nostra capacità creativa non è stata influenzata in alcun modo. L’aut aut che ci siamo imposti è stato quindi uno solo: manteniamo totalmente il nostro stile.
Sappiamo quanto patetiche possano essere a volte certe canzoni create ad hoc per campagne umanitarie o progetti simili, il rischio è quello di ritrovarsi davanti un prodotto di plastica che non serve a nessuno.
Nella lyric ho cercato di identificare la figura dell’emarginazione in generale, non solo le condizioni di povertà di certe situazioni africane, che conosco abbastanza bene in seguito a viaggi di conoscenza che ho fatto in passato, in Burkina Faso e Congo. Il risultato è stato un brano immediato e vero, crudo, per alcuni versi nudo.
Il pezzo ci ha letteralmente entusiasmati così come la reazione dei responsabili di Save the Children.
Teniamo a precisare che Save the Children godrà di tutti i diritti economici dello sfruttamento del brano: questo vuol dire che ognuno di noi con un download e poco più di 1 euro, attraverso internet, potrà contribuire alla campagna di raccolta fondi Every One . Quindi mi raccomando, dal 20 settembre scaricate il download del brano, sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali.
Il vostro brano "I miss you", sincronizzato nello spot della Hyundai dei mondiali di calcio, è stato un bel trampolino di lancio per una band che si sta affacciando sul panorama mondiale, vi spaventa il successo?
E’ sempre la musica la nostra grande possibilità. Se non avessimo saputo scrivere un brano interessante non saremmo adesso qui, a parlarne con te. Spesso si parla di marketing in campo artistico, ma si dimentica quasi sempre che frequentemente è il mercato ad aver bisogno dell’arte e non il contrario. Noi scriviamo musica e ci onora il fatto che un gruppo internazionale di tale importanza abbia scelto un nostro brano. In qualche modo questa è una conferma che stiamo facendo bene e che forse siamo bravi a fare il nostro mestiere . Il successo che cos’è? Noi non lo sappiamo, io non lo so. La cosa importante è poter suonare e avere un pubblico di riferimento con cui confrontarsi e condividere la nostra sensibilità. Questo credo sia il vero successo nella vita di ognuno di noi. Gli Hana B, seppur giovani, almeno per quella che è la percezione collettiva sociale italiana in tal senso, sono assolutamente coscienti di quali siano le loro possibilità a livello creativo. Abbiamo continuato ad evolvere il nostro stile nel corso degli anni, continueremo a farlo. Arriveranno anche risultati in termini di numeri, ne siamo certi, di dischi venduti, di popolarità e quant’altro. Ma il nostro obiettivo è e resterà sempre quello di suonare. E’ per questo che siamo qua.
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