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Con una storia dura, un pugno nello stomaco, e con la precisa volontà di dare spazio e tempo ai cosiddetti «invisibili», a chi lavora e vive ai margini della società, l’Italia – con il film Pietro di Daniele Gaglianone – torna nel Concorso internazionale del Festival del cinema di Locarno. Partenza oggi 4 agosto per concludersi dopo 11 giorni – 300 fra lungometraggi, corti e documentari – il 14 agosto.
In sintesi, la pellicola è la storia quasi da borderline di Pietro, l’attore Pietro Casella, la cui esistenza è segnata da un lato da un’occupazione precaria, mal pagata e in cui è vessato da un capo insopportabile (distribuisce volantini), dall’altra da una famiglia a pezzi costituita dal fratello Francesco, l’attore Francesco Lattarulo, tossicodipendente e amico di Nikiniki, Fabrizio Nicastro, che tenta di coinvolgere i due un mondo losco. In questo universo infelice, il protagonista trova una momentanea serenità con una giovane collega, una sorta di apprendista, alla quale deve insegnare il mestiere, Carlotta Saletti. Ma saranno travolti e lui – spiega il regista – reagirà «in modo lucido e feroce».
Casella, Lattarulo e Nicastro formano il gruppo di cabaret Senso d’Oppio che ha scelto una comicità surreale collegata a una dimensione teatrale e sono comparsi più volte anche a Zelig.
«Il film è una convergenza di percorsi e di stimoli – sottolinea Gaglianone, 43 anni, anconetano -. Un momento personale e uno stato d’animo rabbioso. E ci fa non dico scoprire, ma vedere una delle realtà invisibili di cui tutti sanno e che tutti scelgono di vedere o meno». «La mia – prosegue il cineasta – è una riflessione sulla solitudine delle relazioni sociali. Credo che siano saltati i cuscinetti abilitati ad attutire gli attriti».
Perché la scelta di un cast di comici surreali in un lavoro così realista e del Festival svizzero?
«Perché credo che un grande talento comico nasconda un grande talento drammatico. Il crinale è molto sottile: si può ridere di una cosa che potrebbe far piangere. Locarno mi è sembrato il posto più adatto per un film del genere». «La nostra realtà attuale ci dovrebbe far riflettere – ha concluso – quando fatti di cronaca importanti durano mezza giornata sui siti internet o sulle pagine dei giornali. È lo specchio della società in cui viviamo».
In foto un’immagine del film "Pietro" di Daniele Gaglianone