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Se siete alla ricerca di un luogo gourmand, ma nello stesso tempo dalle atmosfere pacate, allora potrete puntare su Anacapri. Qui, inoltrandosi in via Orlandi, la stradina dove alle piccole botteghe di artigianato locale si alternano i negozi per lo shopping, troverete Capricci. Un ristorante appena nato che si dipana tra due locali. Nel primo, si accede direttamente dalla strada, si trovano poco più di dieci tavoli disposti in quella che chiamano la limonaia: una luminosissima sala, punteggiata da giovani piante di limoni, che si sviluppa in lunghezza e che ricorda uno dei suggestivi vicoli di Capri. La luce filtra dalle pagliarelle ed è esaltata dagli arredi total white. Il locale è attiguo, e ne compendia i servizi, al Blu Capri Relais, recente cinque stelle dell’isola azzurra. La sala interna, arredata con gusto minimal, alterna colori forti e raccoglie una ventina di tavoli.
In cucina lavora lo chef Luca Paffetti, romano di nascita ma di origine toscana. E la cucina risente di questa influenza ma anche di quella romagnola. Insomma un mix che, passando da queste regioni, ricche di tradizioni enogastronomiche, approdano in Campania. Nasce così un menu davvero interessante. Che cambia con la stagione e offre pietanze tipicamente mediterranee, realizzate con prodotti del posto, alternati da quelli di queste regioni. Le ricette sono rivisitate da Luca Paffetti, mano esperta, passata dai villaggi Valtour al ristorante dell’ Holiday Inn Parco dei Medici, dall’ Hotel De La Pace di Montecatini, come Sous Chef al Ristorante La Clochette di San Giovanni In Croce (Cr) ed infine come Chef Executive al Grand Hotel de La Ville di Parma per sbarcare ora ad Anacapri. Luogo che di anno in anno si sta definendo come il migliore dell’isola, sotyto il profilo gastronomico.
E non è un caso che al Capricci si riforniscono di formaggi e salumi anche da La Tradizione di Vico Equense, luogo culto degli appassionati di prodotti d’eccellenza. Lui definisce la sua cucina "creativa con amore". E’ senza dubbio una cucina d’autore che rispetta la materia, senza trasformarla in iperbole sofisticate.