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Nonostante lo stile tutto orientale di Marco Mueller pieno di filosofia wu Wei (precetto taoista dell’efficacia del «non agire»), è difficile dimostrare, come ha tentato di fare oggi in conferenza stampa a Roma, che quest’anno alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (1-11 settembre) non ci sia una valanga Italia. Per restare ai soli numeri 41 film italiani di quest’anno contro i 22 dell’anno scorso significano pur sempre qualcosa. Ovvero, per essere appunto matematici, un soffio meno del doppio. «Un fermento quello del cinema italiano che andava trascritto» così ha giustificato il direttore artistico della manifestazione questa specie di deportazione di tutto ciò che era in pellicola attualmente nel nostro paese e che crea, sicuramente, un bel vuoto per i festival a seguire.

Per Mueller, anche se non usa mai questa parola è stata solo una sorta di fatale e diabolica contingenza: "come potevamo dire no a Gabriele Salvatores (1960), a Giuseppe Tornatore (‘L’ultimo gattopardo: ritratto di Goffredo Lombardo) e a Marco Bellocchio (Sorelle mai) e poi ci sono prototipi di cinema che non volevamo e potevamo dimenticare». Tra i casi di questa edizione, la 67/ma del festival, anche la sezione Fuori concorso in cui campeggiano un numero spropositato di film , una trentina di cui tredici italiani (molti documentari), cosa che forse giustifica in parte il rifiuto di Pupi Avati di entrare in questa sezione dopo l’esclusione, con tanto di polemica, del suo ‘Una sconfinata giovinezza dal concorso ufficiale. Comunque a Marco Mueller non manca la battuta e quando qualcuno gli chiede se mai l’esclusione di Pupi Avati sia stata il frutto di un’esclusione politica a favore del film opera prima di Ascanio Celestini, ‘La pecora nera, dice tra i denti: «non c’entra nulla è come chiedere se l’Alzheimer sia di destra o di sinistra (facendo riferimento a Fabrizio Bentivoglio malato appunto di Alzheimer nel film di Avati)». E poi riconosce il direttore Mueller con molta ironia e fatalismo come sulle scelte italiane è sempre la stessa storia «ogni anno si dice che siamo sballottati come burattini da Mediaset e Rai Cinema».

"67/maUna cosa però è certa il numero quattro sembra diventare una regola al Lido in quanto partecipazione dei film italiani in concorso. Quattro erano l’anno scorso e quattro sono quest’anno. Ed esattamente, a parte il già citato esordiente Ascanio Celestini, ci sarà a correre per il Leone d’oro in questa 67/ma edizione del Festival di Venezia: Martone (‘Noi credevamo), Saverio Costanzo (La solitudine dei numeri primi) e Carlo Mazzacurati (La passione).

Tanti divi ma, ad oggi, nessuna superstar da paparazzare davvero alla 67/a Mostra del cinema di Venezia (1-11 settembre). Il direttore Marco Mueller ha annunciato per il 6 settembre un film a sorpresa e forse, per l’annosa questione star al Lido, si può ancora sperare in un Johnny Depp o in una Angelina Jolie (The Tourist di Florian Henckel von Donnersmarck, girato tra l’altro a Venezia), pregare per l’arrivo di Sean Penn e Brad Pitt con The Tree of Life di Terrence Malick (che essendo regista di super culto riuscirebbe nell’impresa del doppio colpo cinefilo e gossipparo). La nefanda certezza annunciata è invece il no di George Clooney. Mueller ha ammesso che The American non ci sarà: «in Usa esce il 1 settembre, produttori e distributori erano interessati all’apertura ma il nostro lavoro ha dato un altro risultato», ossia Black Swan di Darren Aronofsky e certo ci si può ben accontentare.

Tanto a movimentare l’apertura, oltre agli interpreti di quel film Natalie Portman, Winona Ryder e Vincent Cassel (con la Bellucci?) ci sarà pure la coppia sexy di Machete Jessica Alba e Michelle Rodriguez. Arriverà De Niro interprete del thriller di Rodriguez che aprirà la mezzanotte del fuori concorso?

Difficile, essendo già stato la (strapagata, secondo le voci) star di Taormina e la parola d’ordine del presidente della Biennale Paola Baratta ieri è stata sobrieta». Benicio Del Toro per Somewhere di Sofia Coppola (che potrebbe portare al Lido anche le italiche Laura Chiatti e Simona Ventura e pure Nino Frassica), Dustin Hoffman e Paul Giamatti per la versione cinema del romanzo di Mordecai Richler La versione di Barney, le star francesi Deneuve-Depardieu per Potiche di Ozon, la dolce Freida Pinto per Miral di Schnabel, Helen Mirren per The Tempest, Ben Affleck regista e attore di The Town, la bella di Bollywood Aishwarya Rai per Raavanan di Mani Tarnam che sarà presentato fuori concorso in doppia versione tamil e hindi (auguri!), la cinesina Michelle Yeoh. No certo già da ora di Martin Scorsese (gira a Parigi il suo primo 3d).

Facili ironie a parte, al Lido arriveranno Alba Rohrwacher, Filippo Timi, Kim Rossi Stuart, Giorgio Tirabassi, Ambra Angiolini, Beppe e Toni Servillo, Massimo Ranieri, Ligabue, Carlo Verdone.

"67/maEcco i 22 film annunciati (se ne aggiungerà un 23/o come film sorpresa, che verrà svelato il 6 settembre) della selezione ufficiale in concorso della 67/a Mostra del cinema di Venezia (1-11 settembre): – BLACK SWAN (film d’apertura) di Darren Aronofsky, Usa – LA PECORA NERA di Ascanio Celestini, Italia – SOMEWHERE di Sofia Coppola, Usa – HAPPY FEW di Antony Cordier, Francia – LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI di Saverio Costanzo, Italia, Germania, Francia – OVSYANKI (Silent Souls) di Aleksei Fedorchenko, Russia – PROMISES WRITTEN IN WATER di Vincent Gallo, Usa – ROAD TO NOWHERE di Monte Hellman, Usa – BALADA TRISTE DE TROMPETA di Alex De La Iglesia, Spagna, Francia – VENUS NOIRE di Abdellatif Kechiche, Francia – POST MORTEM di Pablo Larrain, Cile, Messico, Germania – BARNEY’S VERSION di Richard J. Lewis, Canada, Italia – NOI CREDEVAMO di Mario Martone, Italia, Francia – LA PASSIONE di Carlo Mazzacurati, Italia – JUSAN-NIN NO SHIKAKU (13 Assassins) di Takashi Miike – Giappone, Regno Unito – POTICHE di Francois Ozon, Francia – MEEK’S CUTOFF di Kelly Reichardt, Usa – MIRAL di Julian Schnabel, Usa, Francia, Italia, Israele – NORUWEI NO MORI (NORWEGIAN WOOD) di Anh Hung Tran, Giappone – ATTENBERG di Athina Rachel Tsangari, Grecia – DI RENJIE ZHI TONGTIAN DIGUO (Detective Dee and the mystery of Phantom Flame) di hark Tsui, Cina – DREI di Tom Tykwer, Germania.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.