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Si inaugurerà sabato 24 luglio 2010 “Vele d’infinito”, ore 12.00, la personale di Tobia Ravà organizzata dalla Venezia Terminal Passeggeri, società che dal 1997 gestisce il traffico passeggeri nel Porto di Venezia.
Dodici vele (tele) ed una scultura, che hanno come filo conduttore il viaggio ed il mar Mediterraneo, i lavori in esposizione all’interno del Terminal 107, primo piano, fino al 15 ottobre 2010.
Ravà, artista veneziano laureatosi in semiologia delle arti a Bologna, dove è stato allievo tra gli altri di Umberto Eco, fin dagli anni ’70 ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Giappone e Stati Uniti.
Tra i fondatori dei collettivi AlcArte e Concetto d’Arte Contemporanea, dal 1988 si occupa di iconografia ebraica svolgendo un lavoro di ricerca e schedatura nell’ambito dell’epigrafia ebraica nel Triveneto.
Il suo nome è di recente salito agli onori della cronaca in occasione della visita alla Sinagoga di Roma da parte di Benedetto XVI, in quanto il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma ha scelto una sua opera, La direzione spirituale, quale dono al Pontefice.
Nella mostra alla stazione passeggeri, attraverso dodici grandi vele realizzate in raso, Tobia Ravà, rende omaggio alla cultura ebraica europea ed italiana in particolare, utilizzandone la lingua, soprattutto nella sua specificità iconografica, come elemento strutturale e cognitivo per disegnare paesaggi legati al Mediterraneo e all’entroterra veneto dal grande valore simbolico. Elementi chiave per la sua opera, la kabbalah e la ghematria che lega ogni lettera ad un numero ed unisce parole dello stesso valore numerico tra loro.
Cifra stilistica che ritorna nell’unica scultura in mostra, il Leviatano Infinito che prende l’immagine di uno squalo tigra in scala 1:1. Ogni elemento del pesce è costruito con una logica cabalistica diversificata: la coda è formata dai valori numerici e dai concetti relativi ai diversi livelli dell’anima umana; le branchie dai quadrati magici, mentre il resto del corpo sviluppato da equazioni relative ai valori numerici dei concetti principali della mistica ebraica.
“Il mio lavoro ha uno sviluppo intimamente legato alla lingua ebraica antica, – sottolinea Tobia Ravà – , ha un debito profondo con un idioma che era quella dei mercanti del Medioevo e del Rinascimento. Uomini che viaggiavano soprattutto per mare. La scelta di questa sede espositiva, la Stazione Marittima di Venezia, città in simbiosi da sempre con l’elemento acquatico, non può che rafforzarne la capacità evocativa”.
Entusiasta della mostra, l’amministratore delegato della Venezia Terminal Passeggeri, Roberto Perocchio: “ Il Terminal Crociere è ormai una vetrina qualificata per far conoscere ad un pubblico internazionale l’arte e le bellezze della nostra città. Quasi un milione e 600 mila crocieristi potranno, già dal momento dello sbarco, familiarizzare con uno degli artisti veneziani più rappresentativi di oggi, Tobia Ravà, la cui personale si inserisce nell’ambito di “Summer of Arts – The Art exhibition of the cruising season”. Rassegna espositiva promossa da VTP che, attraverso un ciclo di mostre, ogni anno accende i riflettori sui protagonisti dell’arte contemporanea”.