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Il maggiore successo ascrivibile alla penna di J.D.Salinger, relativamente all’opera "Il giovane Holden", è quello di essere riuscito ad analizzare, trasmettere e re-inculcare, nel lettore di qualsiasi età, gli stati d’animo, le difficoltà ed i modi di espressione del sedicenne Holden Caulfield, diverso esempio di adolescente rispetto al sempre turbato Torless di Robert Musil (invoco sulla irrispettosa considerazione il beneficio della mia giovine età), altro (noiosissimo) personaggio chiave dei "Romanzi di formazione". "Il giovane Holden" è la geniale evoluzione di tale tipologia di romanzo, che annovera tra i suoi precedenti letterari "I dolori del giovane Werther" di Goethe, oppure "Ultime lettere a Jacopo Ortis" di Foscolo.
Il romanzo di Salinger è una perfetta alchimia di tecnica descrittiva e conoscenza linguistica, miscelata poi ritagliata ad hoc su ogni personaggio anche minore del racconto. Come da copione -America anni 50- ogni anziano di sesso maschile vi chiamerà "figliolo", ogni attempata donna di contro vi apostroferà con il melassoso "caro" (vedi il professor Spencer e consorte) mentre il "rompiscatole coi brufoletti" Robert Ackley e il "mandrillo" Stradlater (compagni di scuola di Holden) non risparmiano per più di tre capitoli "Cristo Santo!"e "Gesù Cristo!", ma poichè si tratta di "stantuffare" (…copulare con…) l’amore di Holden, Jane Gallagher, l’avventura del nostro giovane eroe nell’esclusiva scuola di Pencey termina con largo anticipo rispetto al traguardo del diploma, causa bocciatura, gelosie & cazzotti alla vigilia delle vacanze di Natale. Continuando in tema di clichè ogni tassista della Grande Mela dice "Amico" e "Dannazione!", mentre la piccola Phoebe emula il fratello Holden proferendo continuamente espressioni come"a tutto spiano", "voglio dire" e "via discorrendo". Per ciò che concerne la trama, questa sembrerebbe un rotocalco dei giovani insuccessi del nostro piccolo e disadattato-ribelle-depresso(?)-antieroe, un pò stile Hucklebarry Finn, specie quando sogna di vivere in una capanna vicino al bosco, ma quando non è l’umorismo a farla da padrone (epico è il resoconto dello scaccolamento del prof.Spencer,scena che ogni studente avrà ammirato almeno una volta in vita sua, oppure l’infervorata invettiva contro le oscene parole -"ca…"- onnipresenti sui muri degli edifici pubblici) vengono in soccorso tematiche di una certa complessità: vita-morte-sesso-amicizia-rapprto con i familiari, sempre trattati evitando la pedanteria, tratto distintivo degli intellettuali secondo il nostro giovane pensatore, quindi sapientemente alternati a scenette comiche stile Benny Hill di cui sopra ho fornito qualche esempio.
Ora però,desidero accantonare la recensione dello splendido libro per cimentarmi (ammetto, non senza vanità) nella emulazione dello stile salingeriano. Il fine è quello di superare il centinaio di visite registrate con il mio precedente articolo. Spero vi piaccia. Lo scritto di seguito in realtà non esiste, è semplicemente il prosequio ideale del libro che termina con il capitolo XXVI.
Cap. XXVII
Vi ho già detto che sono costretto a casa a grattarmi la pancia eccetera eccetera. Se proprio volete saperlo, questi giorni sono terribilmente annoiato. Sul serio. Oggi ho chiesto a D.B. di accompagnarmi con la sua Jaguar al barbiere, così per non andare sempre a pattinare con Phoebe al Central’s Park e compagnia bella. Gli ho detto che i capelli crescono molto velocemente alla mia età e che quando crescono troppo hanno una forma schifa. Lui è stato d’accordo. Proprio d’accordo. Ragazzi, D.b. sa essere molto comprensivo come fratello maggiore. Sono andato in camera mia allora per vestirmi e tutto, ed ho scoperto che Mamma mi aveva tolto il mio berretto rosso da cacciatore perchè troppo rovinato, e che mi ha comprato i guanti nuovi perchè gli altri li hanno rubati a Pencey.
-Sono sulla scrivania e pure il berretto nuovo di lana marrò- ha urlato, forse dalla cucina.
Ci sono rimasto secco, le avrò detto migliaia di volta che odio il marrò, ma lei nulla. Lei è così, ti dice che il marrò ti dona particolarmente, quindi solo il marrò compra. Ho un armadio di calzoni, camicie, e tutto il resto solo marrò e da secoli compra solo marrò. Mi lascia secco. Me la vedo io al centro commerciale mentre sceglie quel dannatissimo berretto marrò.
-Questo bel cappello è proprio adatto ad Holden, vero caro?- avrà detto.
Ragazzi, ero proprio arrabbiato rosso -Grazie per i guanti Mamma, ma il berretto marrò non lo metto. Non mi piace nè niente-
Allora papà sentendomi parlare così con la mamma è sbucato in camera e mi ha detto che anche lui odiava alla mia età tutto ciò che era blu e tutto il resto, ma che non faceva però i capricci per un berretto, poi si è messo a parlare nuovamente del mio dannatissimo futuro eccetera eccetera. Dice che sono molto preoccupati per me, dice che sembra che non abbia a cuore
il mio futuro e per questo motivo sarei anche capriccioso
– Peggio di un bambino! Phoebe è più matura di te- ha aggiunto.
-Sono contentissimo per lei, significa che avrà a cuore il suo, di futuro- risposi.
Allora papà si è arrabiato e tutto quanto:
-Sei in punizione giovanotto, spero che almeno così imparerai una buona volta cosa significa rispetto e tutto il resto-.
Sapete, non sono andato più al barbiere. Per forza, ero a casa in punizione. Forse più tardi, chiamerò la vecchia Jane per sapere se è tornata a casa, così tanto per fare qualcosa insieme per le vacanze di Natale.