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Da Jivis Tegno (in foto a sinistra) scrittore, Editore, Regista e Documentarista riceviamo e volentieri pubblichiamo un suo scritto sulla libertà di informazione e la discriminazione degli immigrati.
La legge bavaglio nega ai cittadini il diritto di essere informati. Era questo lo slogan su una copertina speciale tutta bianca con cui il grande quotidiano italiano la "Repubblica" è uscito l’altra settimana. Nel frattempo, lo slogan è stato ripreso da tutti i giornali italiani, indipendentemente dall’orientamento politico. Gli editori, i giornalisti e le varie associazioni della categoria sono seriamente preoccupati per il disegno di legge sulle intercettazioni che limita drasticamente la libertà dei giornalisti e il diritto dei cittadini ad essere informati come sancito l’articolo 21 della costituzione italiana. Nella loro "battaglia", i giornalisti hanno trovato l’appoggio dell’intera società civile, della stampa estera e di tanti gruppi e movimenti come per esempio il Popolo Viola che organizzerà nella giornata del 1 luglio una manifestazione di protesta contro il disegno di legge! Senza eccezione, tutti concordano sul fatto che questa legge danneggi il mestiere dei giornalisti. Tutti sono altrettanto d’accordo che le informazioni dovrebbero essere pubblicate pure se non sono graditi. E’ uno dei pilastri della democrazia. I cittadini hanno il diritto di essere informati su tutto, ripetono in coro i giornalisti. E noi, d’accordo con loro, sosteniamo incondizionatamente la loro "battaglia".
Eppure sorprende che a volte sono gli stessi giornalisti ad ignorare incredibilmente alcune notizie come è successo nel mio caso.
Mi chiamo Jivis Tegno, vivo in Italia da 18 anni. Sono regista, scrittore, ma anche il primo editore extracomunitario in Italia. In 6 anni di fatiche e sacrifici, ho realizzato un documentario sui Musulmani d’Italia e sull’Islam in generale. Circa 120 minuti d’immagini e testimonianze inedite. È un prodotto socio demografico e Politico Religioso ( Vedere il trailer del documentario qui sotto). Ho visitato 112 moschee in Italia, intervistando sia i più riconosciuti esperti italiani in questioni islamiche, sia i leader delle più importanti comunità musulmane in Italia. Il documentario è stato realizzato prevalentemente in Italia, Città del Vaticano, Siria e Irak. Per farlo conoscere ai giornalisti, avevo organizzato una conferenza stampa esclusivamente per i media italiani il 10 Dicembre 2009 (6 mesi fa) alla Libreria Griot a Roma. Purtroppo quel giorno, nessun giornalista, dico bene nessun giornalista, si è presentato malgrado mi avessero confermato la loro presenza. Ugualmente, il feedback sui 10.000 mail inviate, 500 fax fatti, chiamate per più di 200 ore è stato nullo fino ad ora. Da più di 6 mesi, nessun giornale, televisione, giornalista mi ha nemmeno richiesto una copia del DvD per visionarlo. È davvero incredibile!!! Perché il mio lavoro viene ignorato proprio da chi ora sta chiedendo aiuto al mondo intero per la liberta di informazione e per la difesa del diritto dei cittadini di essere informati? Perché noi immigrati abbiamo l’attenzione dei media in Italia solo quando ci sono casi di droga, stupri o simili fatti di cronaca? I cittadini non hanno forse il diritto di essere informati pure su un documentario impegnativo e fatto in 6 anni da un immigrato?
Nonostante io sia discriminato nel mio lavoro, sostengo incondizionatamente i giornalisti italiani contro ogni forma di limitazione dei loro diritti. Sarò presente il 1 luglio in Piazza Navona a Roma per la manifestazione contro questa legge bavaglio. Intanto, aspetto ancora che qualche giornalista o associazione della categoria si interessi a questo documentario che credo rientra pienamente nel diritto dei cittadini di essere informati in maniera imparziale sulla seconda comunità religiosa in Italia.
Di seguito il trailer del documentario.
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