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La ricerca visiva di Andrea Rossi si esprime principalmente nella dimensione pittorica insieme ad una attenzione per l’immagine in movimento tradottasi in alcuni progetti video. Un particolare interesse è inoltre rivolto alla ideazione di ambienti sensibili. I suoi lavori sono stati esposti in Italia, Regno Unito, Germania, Gran Ducato del Lussemburgo, e USA. L’artista vive e lavora a Londra. Andrea Rossi e‘ membro dell’Accademia Apulia UK. Un pittore a Londra.
Qual e’ la tua esperienza di questa citta’?
L’esperienza estetica di una città, in senso generale, è una componente ovviamente importante. Per quanto riguarda musei, collezioni e mostre, Londra ha di che farsi invidiare. Il panorama è piuttosto vario, e arrivano input da varie parti del mondo. Al di là dell’offerta artistica, mi lascio incantare e dai suoi luoghi. Il suo fiume, le sue architetture, il turbine del suo centro finanziario, dal quell’essere capitale di un paese col quale, a detta di chi è nato e vissuto qui, non ha niente in comune tanto si è mischiata con altre culture.
Qual e’ l’aspetto piu’ interessante del tuo lavoro?
Il più interessante? Non saprei. Però vi parlo di un aspetto, perlomeno. Nel mio lavoro c’è molto spesso una dimensione comunicativa che corre parallela alla ricerca estetica. Nella comunicazione tutto è importante. Poniamo il caso di una fotografia in una rivista: si ha un casting per stabilire quale è il volto giusto della modella, un parrucchiere per il taglio appropriato, un make-up artist per il trucco, quindi bisogna cercare la location e trovare gli oggetti giusti per il background ecc. E poi ovviamente, c’è il fotografo che mette tutto nel cilindro e tira fuori il suo coniglio. Ecco, io mi diverto ad essere un po’ tutte queste maestranze quando mi metto a pensare ad un quadro.
Chi o che cosa e’ stato fondamentale alla tua formazione artistica?
Ricordo ancora quando vidi per la prima volta la volta della cappella sisitina (conflitto di parole invitabile).
Le tue tele sono una provocazione intelletuale per sottolineare quanto opprime e nello stesso tempo esalta la societa’ contemporanea. Quale delle tue opere ritieni meglio esprime questo concetto?
Esprimo i miei pensieri e riflessioni del momento poi magari il pubblico riconosce delle situazioni. A volte si rende conto di essere oppresso a volte esaltato. Questo, direi, vale per tutti quadri. Non per uno in particolare.
Nella serie pittorica di “flirters without a face“ si percepisce un senso di anonimato. Una realta’ sociale i cui valori, rapporti e relazioni sono fortemente condizionati dall’immediatezza del clic tecnologico. Perche’ questa interpretazione della realta’?
Un giorno una persona mi disse che le sue amicizie migliori erano quelle coltivate su internet. Se lo credesse veramente non saprei, però la cosa mi lasciò perplesso, io ho bisogno di vedere e toccare, la virtualità mi piace in altre applicazioni.
Le tue opere esprimono immancabilmente sensibilita’, sensualita’, sessualita’. Come si collocano queste espressioni artistiche nel ‘desir’ di Jacques Lacan?
Ma forse Monsieur Lacan potrebbe spiegarlo a me… Scherzi a parte un pò di tempo fa parlavo con una signorina che credo si intendesse di psicologia e finimmo proprio per parlare di Lacan. Si diceva che Lacan era stato uno dei primi ad evidenziare che in ogni persona ci sono tratti sia femminili che maschili anche a livello di sessualità. In questo caso, credo che Lacan avrebbe apprezzato il fatto che in alcune opere parlo di ermafroditismo e superamento dei sessi.
Se non avessi accesso a pennelli, quale altro medium cercheresti per esprimere te stesso?
Probabilmente sperimenterei di più con lo spazio (tridimensionale) e la tecnologia, ma per questo spero non ci sia bisogno che mi neghino i pennelli o la matita…
Nella serie pittorica di “the cabinet of the bioengineer” discuti il conflitto che a volte esiste tra percezione e belta’, tra realta’ interiore e realta’ esteriore. Che cos’e’ la perfezione per Andrea Rossi?
Probabilmente più che una sintesi formale è proprio la coerenza tra interiorità ed esteriorità dove l’una esalta l’altra.