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Comune di Milano e Fondazione Roma finalmente in un progetto congiunto di elevato valore culturale. Insieme hanno portato a Roma circa 170 opere tra le quali oli, disegni ed acquarelli provenienti dal Whitney Museum of American Art. Ritenuto da tutti il maggior pittore americano del xx secolo, Hopper è indubbiamente il padre del realismo nord americano.
Dopo la sua morte avvenuta nel 1967, la vedova di Hopper ha regalato le opere del marito al Whitney Museum. Circa 2.500 opere tra paesaggi, vita quotidiana e solitudini umane. Suddivisa in varie aree o sezioni la produzione artistica di Hopper viene presentata in modo del tutto inedito e stimolante. Ogni opera infatti è accompagnata da cenni storici sull’America di Hopper: la crisi economica, il sogno di Kennedy, il boom economico, preludio del dorato periodo reganiano.
La mostra, fortemente voluta dal Presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Emanuele, celebra silenziosamente il
realismo, spesso fatto di solitudini, del grande pittore americano. Girando per la mostra si avverte un senso di rispetto e di ammirazione da parte di chi ha acquistato il biglietto per ammirare opere che difficilmente potranno essere ripresentate in Italia. La mostra è dunque visibile nei locali della Fondazione Roma fino al 13 giugno 2010.
Un’ emozione unica all’interno del mito americano che va dagli anni ’50 fino agli inizi degli anni ’70 e pensare che fino al 1923 Hopper viveva di stenti e non aveva ancora raggiunto il successo che lo avrebbe consacrato come caposcuola del realismo americano. Gli inizi di una vita più agiata sono indubbiamente coincisi con l’incontro di quella che sarebbe diventata sua moglie: Josephine Nivison. Alla sua morte la vedova dona tutta la sua produzione artistica al Whiteny Museum di New York e dopo circa nove mesi anche la moglie passa a miglior vita.