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E’ stata una serata speciale quella della rassegna Jazz al Vomero, si è esibito al Marabù Club il Joey Calderazzo Quartet, composto dall’ omonimo pianista newyorkese, A. J. Brown al contrabasso, Brevan Hampden alle percussioni e Larry Draughn Jr. alla batteria.
Il quartetto apre il concerto con “Speak Low” seguito dalla ben nota “Waltz for Debby” e “The Blossom of Parting”. Le divertenti performance alle percussioni del virtuoso Brevan Hampden che entra, esce, insegue e precede con ritmi perfettamente sincronici il pianista, portano all’esecuzione di “Conform” e la bellissima “Blue In Green”. Ecco arrivare l’assolo del batterista Larry Draughn e subito dopo il quartetto si riunisce sul palco per regalare al pubblico l’ultimo brano “I’ve never been in love before”, mentre il bis è tutto per “Hope” Joey Calderazzo si sente a suo agio sul palco del jazz club vomerese e confessa due ragioni per cui sente che questo concerto è per lui molto importante, la prima è che sua nonna è di origine napoletana e la seconda ragione è che, scoccata la mezzanotte, Joey festeggia il suo 45° compleanno. Arriva a sorpresa la torta con candeline che sulle note in italiano di Tanti Auguri a Te Joey spegne raggiante.
Joey Calderazzo è nato nel 1965 a New Rochelle, New York, Joey Calderazzo si avvicina al piano all’età di 7 anni, incoraggiato da un suo amico vicino di casa; cresce e sviluppa il suo talento in una famiglia di musicisti e a 14 anni entra nella band di suo fratello Gene. Messe da parte le passioni per i Beatles ed i Led Zeppelin per dedicarsi all’ ascolto di Oscar Peterson, Chick Corea, Herbie Hancock e Mc Coy Tyner, Joey dimostra di essere all’altezza di suonare con musicisti di maggiore età ed esperienza e soprattutto con artisti di New York, con i quali, all’età di 17 anni, inizia a collaborare.
Quando incontra il sassofonista Michael Brecker si aprono per lui le porte del mondo del jazz e nel 1987 prende parte al tour del Michael Brecker Quintet e collabora alla registrazione di due brani dell’album “Don’t try this at home” dello stesso sassofonista, inciso nel 1987. Brecker è convinto del talento del giovane pianista tanto che nel 1990 produce il primo lavoro di Calderazzo “In the door”, sax e piano di questi due jazzmen continuano a suonare unendosi a due sassofonisti che Joey aveva conosciuto a Boston, Jerry Bergonzi e Branford Marsalis. Agli inizi degli anni ’90 Calderazzo si è già guadagnato nell’ambiente la reputazione di giovane jazzman tra i più intrepidi e coraggiosi della new generation. Incide con la casa discografica Blue Note 2 album : “To know one” nel 1991 e “The Traveler” nel ’92 realizzati entrambi con due diversi trio, mentre l’album “Secrets” registrato nel’ 95, vede un’impostazione del tutto diversa poiché al trio si aggiunge il 7etto di Bob Belden. L’affiancamento a Michael Brecker offre a Joey la possibilità di contribuire non solo come compositore ma anche come pianista nei lavori “Tales from Hudson” e “Two blocks from the edge”. Ma nel contempo il pianista collabora anche con Bergonzi e sempre più spesso suona nel quintetto del bassista Bruce Gerts. Si intensificano, così, le esibizioni e le registrazioni di album; soprattutto si consolida il rapporto professionale con Marsalis con il quale Joey Calderazzo compie il tour e contribuisce alla realizzazione del suo secondo album “ Music Evolution” .
Joey Calderazzo Quartet prosegue il suo tour italiano tra Locri, Vicenza Senigallia e Ferrara mentre la rassegna Jazz al Vomero ritorna il 26 marzo con Irio de Paula e Fabrizio Bosso nel recital Once I Loved.