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Uscirà a maggio l’ultimo disco di Bob Geldof. Dopo otto anni dall’album Sex, Age & Death, l’ospite d’onore della terza giornata del Reggio Calabria Filmfest ha annunciato che «ho appena finito di registrare 31 brani. Sono canzoni soprattutto rock, altre più amare, alcune riflessive, una sola d’amore».
Nel corso della conferenza stampa in occasione dell’unica tappa italiana che si è tenuta in presenza del direttore artistico della kermesse Gianluca Curti, il cinquantottenne musicista irlandese, autore di numerose campagne umanitarie e tre volte candidato al Nobel per la pace, ha ribadito il senso del suo impegno sociale.
«Ci sono – ha detto – problemi terribili e difficili da risolvere per questioni politiche, e non capisco perchè si scelga di non risolverli. Quando si verificano disastri come quello di Haiti gli esseri umani rispondono per compassione, l’unico modo per aiutarli è fare donazioni. Ma la povertà non è un atto di Dio, deve essere risolta dalla politica».
E sulla vicenda degli immigrati di Rosarno, Geldof ha detto ha detto che «la Calabria conosce la povertà, gli atti criminali ne sono una conseguenza. Quando delle persone arrivano dall’Africa in cerca di una vita migliore e trovano delle condizioni analoghe a quelle lasciate, ossia quando due povertà si contendono, sarà solamente il razzismo a vincere. È una reazione umana e primitiva, tutti perdiamo il controllo ma è la più bassa delle risposte umane».
Protagonista del film «Pink Floyd The Wall’’ di Alan Parker, proiettato nel corso della terza giornata del festival, Bob Geldof ha anche chiarito quanto sia «naturale resistere ai cambiamenti».
«Il muro è dentro di noi – ha spiegato – e l’idea di cambiare spaventa. Solo quando ci sentiamo coinvolti da una crisi economica o da qualcosa di personale, abbiamo paura e ci sentiamo costretti a ricostruire. La musica non può cambiare il mondo, noi artisti possiamo ricordare ai politici le loro responsabilità. Con ‘Live Aid’abbiamo provato a farlo. Germania, Inghilterra, Canada, Usa e Italia hanno fatto una promessa ai poveri. L’Italia però, l’ha onorata solo per il 3 per cento. Esiste una connessione tra la povertà della Calabria, quella dell’Africa e il 97 per cento dell’indifferenza dello Stato italiano».
«Il mio – ha concluso – non è un attacco personale. Faccio riferimento ad un contratto internazionale non mantenuto, un impegno verso chi non ha la possibilità di replicare».