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Cannes è ancora una città fatta di luce. Come sosteneva il pittore Pierre Bonnard, stregato dalla bellezza del luogo. Intorno al 1925 vi si stabilì e comprò Villa Bosquet, una dimora immersa nel verde sulle colline poco sopra Cannes da cui poteva spingere lo sguardo fin dentro all’azzurro profondo del midi.
Quelle atmosfere, il baluginio dei colori, la trasparenza setosa delle sue tele, erano filtri di una ricerca poetica che immergeva sensi e sentimenti dentro allo spettacolo della natura. Quei dipinti fanno ormai parte dei nostri paesaggi interiori, e tentiamo di ritrovarli ogni qual volta respiriamo la brezza profumata d’agrumi della costa. Prima di imporsi sulla scena internazionale come città del cinema Cannes, è stata motivo di ispirazione per numerosi artisti. La Croisette immortalata quanto e più di una modella, così la vista sulle isole Lérins e il massiccio abbagliante dell’Esterel.
Oggi le cose sono parecchie cambiate, e difficilmente Bonnard vi soggiornerebbe, ma la capacità di attrarre turismo, in particolar modo quello italiano, non è mutata affatto. Proprio in virtù di ciò è stato istituito un servizio di navetta (operato da slyprogressive) che da Torino porta direttamente a Cannes.
Gite di tre giorni, lunghi fine settimana per approfittare dei saldi d’inizio anno, oppure l’occasione per un San Valentino di passi scalzi sulla sabbia o per godersi i primi giorni di primavera nella seconda decade di marzo.
Il servizio di navetta sopperisce alla difficoltà di raggiungere la Costa Azzurra via treno dall’Italia. Arrivare a Cannes per esempio da Torino, riporta in voga l’800, i landò, le panche in legno, i tempi diluiti in base ad oscuri orioli babilonesi o a pigre e indolenti meridiane.
Molto del fascino di questa cittadina è affidata alla città vecchia, con le sue viuzze in salita, ai ristoranti che ormeggiano tavoli sui lati della strada, alla luce che ancora domina e colora le case in arenaria.
La modernità ha portato nuovi lussi, desideri, voglie, e le accomodazioni alberghiere, ben istruite nella delicata arte del ricevere, hanno saputo ben adattarsi ai tempi.
Eppure quel fascino lievemente opaco dell’art noveau, che diede i primi fasti alla città, rimane isolato in qualche facciata di Grand Hotel; dalla hall in poi tutto è rivisitato dall’attuale design: efficiente, pratico, concreto. Leggermente troppo scostato dal gusto compositivo, dallo stato d’animo, dalla luce del buon Bonnard.
Info: www.slyprogressive.it