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La gara di auto e moto più nota, e difficile, del mondo lascia ancora una volta il deserto africano e torna tra le vallate dell’Argentina e del Cile, la Pampa e la Cordigliera delle Ande: il Rally Dakar partirà venerdì da Buenos Aires con circa 500 veicoli, tra auto, moto, quad e camion, che tra il 1/o e il 17 gennaio percorreranno circa 9 mila chilometri nei due paesi sudamericani.
Nella capitale argentina la festa è in realtà già iniziata, visto che da oggi gli appassionati di motori potranno ammirare i mezzi presso gli stabilimenti della ‘Rural‘, nel cuore di Buenos Aires.
In questa seconda edizione sudamericana – l’anno scorso fu la prima volta nei suoi trent’anni di storia che il Rally attraversò l’Atlantico, lasciandosi così alle spalle l’Africa – parteciperanno 136 auto, 52 camion e 184 tra moto e quad, tutti seguiti da più di 120 giornalisti.
Il momento chiave del percorso sarà la durissima traversata del deserto dell’Atacama, che si svolgerà lungo cinque tappe, con una giornata di riposo ad Antofagasta. Le dune cilene sembrano infatti vere e proprie montagne, e devono essere scalate e discese dai lati, secondo il consiglio degli esperti.
Nella categoria auto, l’edizione dell’anno scorso è stata vinta dal francese Giniel de Villiers su Volkswagen. Anche quest’anno, de Villiers è della partita, così come il suo compagno della VW, lo spagnolo Carlos Sainz, tra i favoriti del pubblico sudamericano. In attesa della partenza, diversi movimenti ambientalisti si sono già mossi denunciando i danni che il passaggio dei camion e delle moto arreca nei territori dove si snoda la gara. Denunce che rischiano però di fare poca strada, così come è già avvenuto l’anno scorso. Il ‘business’ Dakar è infatti troppo grosso, visto per esempio che il governo argentino ha messo sul tavolo 6 milioni di dollari pur di riavere, anche quest’anno, la gara più pazza e dura del mondo: soldi destinati, si sottolinea a Buenos Aires, soprattutto alla sicurezza di questa nuova Dakar americana.
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