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La memoria come tema centrale, l’ India come paese ospite, una maggiore attenzione ai giovani ai quali è dedicato il Bookstock Village (con un programma firmato da Giuseppe Culicchia e da Boosta dei Subsonica), un nuovo Premio letterario internazionale che sarà assegnato ad una personalità della cultura mondiale: sono alcune delle novità della 23/a edizione del salone del Libro di Torino che si terrà dal 13 al 17 maggio 2010.
Un’edizione anticipata a Torino in un clima galvanizzato dalla presentazione di una ricerca commissionata dal Salone alla Fondazione Fitzcarraldo sulla sua «Dimensione economica». Ne sono emersi numeri più che soddisfacenti che hanno fatto dire a Marco Polillo, presidente dell’Aie, che «il Salone di Torino è ormai un evento di cui gli editori non possono e non vogliono più fare a meno». E non è solo una questione di incassi, anche se la ricerca dice che nel 2008 sono stati spesi ben 14 milioni e mezzo di euro in libri ma, dice Polillo «è una questione di contesto culturale, divenuto ormai un vero volano di cultura del libro». I 307.650 visitatori dell’edizione dell’anno scorso, fa sapere la ricerca, hanno speso quasi 28 milioni di euro comprensivi delle spese di albergo, ristorazione, shopping. L’impatto complessivo generato dal Salone ammonta a oltre 52 milioni di euro e questo a fronte di un finanziamento pubblico e istituzionale di un milione e 612 mila euro come dire, sottolinea il presidente Rolando Picchioni, che «per ogni euro di spesa degli enti finanziatori, si generano 12,5 euro in termini di spesa diretta ovvero 33,3 in termini di effetti complessivi».
«Una dimostrazione di come il terziario e quindi la cultura siano un vero settore produttivo – ha detto la presidente della Regione Mercedes Bresso – di come i grandi eventi culturali non vivano solo di finanziamenti pubblici che ne costituiscono comunque la base, ma generino reddito e un forte indotto economico e anche culturale».
Parlando del tema, il direttore Ernesto Ferrero ha fatto un excursus del concetto di memoria, da quando gli uomini la tramandavano attraverso l’oralità, poi la scrittura, quindi i monumenti. Nel Medioevo nacquero gli archivi comunali e notarili, nell’Ottocento si cominciò a fare un uso politico della memoria. Con l’abate Mendel la biologia scopre che l’ereditarietà funziona come un calcolatore con la memoria, poi si individua il Dna e con Freud si scopre che la memoria del sogno è un fondamento della nostra identità. Per arrivare ai grandi del nostro tempo come Thomas Mann e Levis Strauss che si interrogano sui miti e sulle favole come fondamento del sapere collettivo, Primo Levi che nei «Sommersi e i salvati» sostiene che i labili ricordi vadano sottoposti alla verità scientifica, Pasolini anticipatore della consapevolezza della difficoltà di una memoria comune. Parleranno di questi aspetti grandi scrittori da tutto il mondo (ed in particolare dall’India da cui arriveranno, tra gli altri, Anita Desai, Anita Nair, Vikas Swarup, autore del libro da cui è stato tratto il fortunato film ‘Slumdog Millionairè). In quei giorni Torino desterà l’interesse di centinaia di migliaia di persone anche dall’estero tenuto contro del fatto che in contemporanea ci saranno l’Ostensione della Sindone e Esof 2010, il Forum internazionale degli scienziati.