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Romanzo d’esordio di Donato Carrisi e già premiato col "Bancarella", è uno di quei libri che vanno letti sforzandosi di "rallentare" il ritmo incalzante che invece ti viene imposto dall’autore per "incollarti" letteralmente alle pagine; rallentamento necessario per non perderti passaggi che sicuramente risulteranno utili nel prosieguo della lettura.
Ambientato in un non meglio precisato luogo, presumibilmente americano, affronta il già tanto sfruttato "filone" dei serial killer, sfidando i grandi maestri d’oltreoceano sul loro campo; precisione di dettagli medico legali, riferimenti tecnici e personaggi che si delineano lentamente durante lo svolgersi della storia, sono gli ingredienti base di questo psicothriller made in Italy. Niente è come sembra. Situazioni apparentemente chiare cambiano aspetto sotto la luce di nuovi eventi, personaggi positivi diventano improvvisamente sospetti o per lo meno ambigui, mutando come matriosche via via che scoprono la loro natura più intima. Quando credi di aver intuito un punto fermo della storia ecco che il tutto si capovolge e pensi di aver sottovalutato qualche elemento. Inutile cercare di anticipare le scene, la lettura va fatta con attenzione non per capire in anticipo dove vuole andare a parare lo scrittore, ma semplicemente per afferrare l’epilogo quando vi si presenterà innanzi in tutta la sua complessità.
Belli i personaggi, ben identificabili e immaginabili senza bisogno di superflue descrizioni (caratteristica questa dei grandi best seller del genere americani), anche quelli a prima vista marginali, che orbitano nell’area dei protagonisti pronti ad irrompere nella storia con tutta la loro importanza. Anche l’"entità" misteriosa che aleggia nel racconto e che entra ed esce da esso senza mai "svelarsi", è costruita a regola d’arte per non dare appigli al lettore che deve solo lasciarsi andare al fiume di situazioni cercando di non perdersi nessun "passaggio".
Laureato in Giurisprudenza con tesi su Luigi Chiatti (il mostro di Foligno) e specializzatosi in criminologia e scienza del comprtamento, Carrisi si è avvalso anche di alcune ricerche dell’Fbi, organizzazione notoriamente in possesso della più grande banca dati sui serial killer del mondo, per rendere la storia il più verosimile e realistica possibile, inserendo nella trama informazioni criminologiche tratte da casi di cronaca realmente accaduti e non disdegnando nemmeno particolari di medicina legale e psicologia.
In altre parole, un romanzo da appassionati del genere e non, sicuramente all’altezza dei suoi "corrispettivi" statunitensi come Michael Connelly o Jeffery Deaver, che lascia, tra l’altro, aperte le porte per un sequel o comunque un "bis" da parte di quello che sembra essere il nuovo mago del thriller italiano.
"Il suggeritore", thriller di Donato Carrisi, 468 pagine, ed. Longanesi, 18,60 euro