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Il cantautore statunitense nato in Texas inizia la sua carriera con la band di San Antonio , sua città natale, chiamata “Flash” ma dopo poco firma il suo primo contratto da solista con la Warner Bros.
Nel 1979 esce il suo primo album “Christopher Cross “ uno dei dischi più rappresentativi del “Soft rock” con la copertina raffigurante il fenicottero rosa, che diverrà, in seguito, il simbolo di riconoscimento dei suoi album. Prodotto da Michale Omartian, l’album contiene molti successi come “Sailing”, “Ride Like The Wind” , “Never Be The Same” , “Say You’ll Be Mine” e “I Really Don’t Know Anymore” tante hits da far guadagnare a Christopher Cross ben 5 Grammy Awards, diventando così l’unico artista ad aver ricevuto i principali riconoscimenti come Miglior Disco, Migliore Canzone (Sailing), Miglior Album. Miglior Arrangiamento e Miglior Artista Esordiente. In seguito vince anche un Oscar ed un Golden Globe.
Ma è nel 1981 che il cantautore riscuote un successo planetario grazie alla colonna sonora del film Arturo interpretato da Liza Minelli e Dudley Moore, Arthur’s Theme( The Best That You Can Do), brano tutt’oggi considerato un classico dell’easy listening e assolutamente rappresentativo per l’artista, grazie al quale vince l’Oscar per la migliore canzone ed il Golden Globe per la migliore canzone originale.
A questo punto diviene difficile bissare il successo del 1° album ma Cross ci prova con “Another Page” del 1983 che contiene i successi “Think of Laura”, scritta in occasione della tragica morte in un incidente stradale di una sua cara amica, “No Time For Talk” e “All Right”.
Nel 1985 esce il 3° album “Every Turn of the World” seguito da “Back of My Mind” del 1988; negli anni ’90 Cross realizza altri 4 album che, seppur apprezzati dalla critica, non ricevono adeguata attenzione dai mass media. In questi anni il cantautore fa anche un’apparizione nell’album “On Air” di Alan Parsons nel brano “So Far Away”
Ma essere lontano dal sistema delle pop star non ostacola il musicista a ricercare nella sua musica uno stile sempre più elegante e sofisticato delle diverse versioni dei suoi successi . L’ultimo lavoro di Christopher Cross “The Cafè Carlysle Session” , registrato in California nel 2008, propone delle magiche versioni dei suoi successi rinnovati in arrangiamenti jazz, inspirati dai suoi show all’omonimo cafè jazz di soli 80 posti a New York .
La formazione che lo accompagna nel tour italiano vede al piano Nick Manson, al sax Andy Suzuki, al basso l’italiano Roberto Bally e alle percussioni Dave Beyer .
Lei ha incontrato sia Michael Jackson che Paul Mc.Cartnery, ci racconta che impressione ha avuto di questi due artisti ?
“Michael Jackson era una persona molto umile nonostante la su notorietà e durante la registrazione di The Girl Is Mine mi invitò in studio e mi presentò Paul Mc Cartney. Fu un’esperienza magnifica, in un un momento mi ritrovai di fronte a due geni della musica. Michael ha klasciato una grande vuoto nel panorama musicale mondiale.”
Ha mai pensato di suonare in duetto con qualche artista ? “Beh si mi piacerebbe”.
E con chi le piacerebbe suonare e cantare?
Beh non c’è dubbio , con Joni Mitchell , ma sono sicuro che lei non accetterebbe.
Lei viene spesso in Italia soprattutto a Milano, ma è la prima volta che viene nel sud Italia, come si trova?
In Europa mi trovo molto bene , l’Italia è incomparabile e qui al sud ho trovato una bella atmosfera, belle persone. Credo che ritornerò per altri concerti.
Il concerto regala ad un ristretto numero di appassionati al Bluestone le eleganti performances di brani come “Never Be The Same”, “In The Back Of My Mind”, “Open Up My Window”, “Walking in Avalon”, “Sailing” introdotta al piano dall’abile Nick Manson, “I Really Don’t Know Anymore” con un superbo assolo al basso di Roberto Bally, “Does It Feel Like Christmas”, “No Time For Talk”, “Hunger”, “Think of Laura”, “All Swept Away” e, infine, Arthur’s Theme e, per il bis, “All Right (Think We’re Gonna Make It)”. Due serate di atmosfera al Bluestone grazie alla musica soft ed elegante del texano definito cantautore di “pop’n’roll”.