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Sarà il celebre pianista serbo insieme all’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, diretta da John Axelrod ad aprire stasera sull’ incantevole squarcio mozzafiato della costiera amalfitana, il Ravello Festival (26 giugno – 26 settembre). In programma il notissimo Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov e altre pagine di Shostakovich e Ciaikovskij. Ivo il terribile, come veniva apostrofato all’epoca della sua discussa bocciatura allo Chopin di Varsavia era a tutti gli effetti quello che oggi è diventato, almeno a livello mediatico, il divo e fuoriclasse cinese Lang Lang.
Pogorelich ha iniziato a studiare il pianoforte a sette anni. Cinque anni dopo, è stato invitato a Mosca per proseguire gli studi presso la Scuola Centrale di Musica con Evgenij Timakin, in seguito si è diplomato al Conservatorio di Mosca.
Nel 1976 ha iniziato a studiare in modo intensivo con la pianista Aliza Kezeradze, dalla quale ha mutuato la tradizione della scuola Lisz-Siloti. I due ono stati sposati dal 1980 fino alla morte della pianista avvenuta nel 1996. Pogorelić ha vinto il Premio Casagrande nel 1978 e il Concorso internazionale di Musica a Montreal nel 1980, ma divenne famoso per il premio che non vinse.
Nel 1980 infatti partecipò, come detto, al Concorso internazionale per pianoforte intitolato a Frederick Chopin e fu eliminato al terzo turno. La grandissima pianista argentina Martha Argerich inveì platealmente contro la commissione giudicatrice dichiarando che si trattava di un genio ed abbandonò la giuria per protesta.
Pogorelić debuttò poi a New York e a Londra nel 1981 raccogliendo successi trionfali.
Da allora, ha suonato in molti recital in tutto il mondo, come solista e insieme alle orchestre più celebri, tra le quali Boston Symphony, London Symphony, Chicago Symphony, Wiener e Berliner Philarmoniker. Oggi Pogorelich è un uomo di cinquant’anni; si è appena ripreso dalla depressione causatagli dalla morte della moglie, l’insegnante più grande di lui di una ventina d’anni che ha giocato un ruolo decisivo nella sua formazione di uomo ed artista. Quello di Ivo è sempre stato considerato un pianismo extra ordinem, in cui dinamiche e agogiche – talora arbitrarie o comunque poco condivisibili – hanno acceso polemiche infinite tra i critici musicali di mezzo mondo. Stasera torna dunque a suonare in Italia dopo svariati anni e lo fa in un festival all’aperto che si divide tra cinema, danza, arti visive e soprattutto musica.Quest’anno, anche grazie ad un battage pubblicitario non da poco, il festival di Ravello pare avere una marcia in più: dal duetto tra Chick Corea e Stefano Bollani al virtuoso dell’archetto violinista Vadim Repin (per la prima volta in Campania), dalla bacchetta di Jeffrey Tate ad un altra stella emergente degli 88 tasti come Lars Vogt. Non mancherà Wagner con il Tristano ed Isotta. Omaggio annuale quasi obbligato al grande compositore tedesco che proprio dagli splendidi giardini di Villa Rufolo, durante il suo soggiorno a Ravello, trasse l’ispirazione decisiva per il secondo atto del suo sublime capolavoro Parsifal.