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La società britannica Riversimple ha presentato la scorsa settimana a Londra un prototipo di Urban Car che funziona ad idrogeno.
Questa piccola automobile biposto battezzata “Riversimple Urban Car„ sembra uscita da un film di animazione per bambini: pesa 350 kg, può raggiungere 80 km/h, dispone di un’autonomia di circa 380 km, e ci mette circa sei secondi per passare da 0 a 50 km/h. Consuma soltanto l’equivalente di meno di un litro di combustibile per 100 km, produce soltanto vapore d’acqua e utilizza anche l’energia recuperata della frenata in occasione delle fasi d’accelerazione.
Su un piano più tecnico, Urban Car dispone di quattro motori elettrici, una per ruota. L’elettricità non è in realtà fornita da batterie ma da una pila a combustibile (potenza di 6 kW) che funziona a idrogeno liquido. Prima di prevedere una commercializzazione a partire dal 2013, i dirigenti della ditta Riversimple sperano di trovare abbastanza fondi per produrre una decina di prototipi e fare le prove su strada. La società ha detto di voler mettere sul mercato l’automobile con la formula dell’affitto ad una tariffa mensile di circa 235 euro, costo del rifornimento compreso.
Riversimple Urban Car è il frutto di tre anni di ricerche tra molte università britanniche e società specializzate di cui quella di Sebastian Piech, Direttore Generale di una società specializzata nella ricerca sui motori ad idrogeno, e pronipote di Ferdinand Porsche, il fondatore del famoso marchio tedesco di macchine sportive negli anni 1930.
Secondo il sig. Piech, questo progetto rappresenta “un passo significativo (…) verso la realizzazione delle ambizioni del mio bisnonno di creare un mezzo di trasporto personale accessibile che in questo caso associa le sue altre passioni: un peso leggero ed un rendimento elevato„.
La compagnia Riversimple dichiara di voler distribuire i dettagli necessari per la produzione della vettura a una quarantina di fondazioni no-profit in giro per il mondo che lo metteranno in rete a disposizione di tutti. La macchina verrà quindi ricreata localmente magari, spiegano dall’azienda, "cambiando qualcosa" per venire incontro alle esigenze locali.