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Una commedia pura, «un Borat all’Italiana. La forza di Checco Zalone è di essere ignorante e sgrammaticato, ma candido, con una sua altà moralità. Può dire tutto, può essere politicamente scorretto». Così Luca Medici, alias Checco Zalone, descrive Cado dalle nubi del barese Gennaro Nunziante, con cui il suo personaggio sbarcherà al cinema. La pellicola, prodotta da Taodue è distribuita da Medusa, che la farà uscire a inizio novembre. Zalone, 32 anni, nato a Capurso in provincia di Bari, pensa che Checco «sia lo scudo per fare un certo tipo di comicità in maniera libera. Lui nel film dice la sua sui gay, la Lega, gli extracomunitari, ma compie anche un percorso di crescita» ha spiegato l’attore.
Come per le sue performance televisive, anche nel film la musica sarà parte integrante della storia.
«Ho scritto alcune nuove canzoni, come Gli uomini sessuali, Angela, dedicata alla mia prima fidanzata, Facimmo ‘stu ponte e sto anche scrivendo una specie di inno per il partito che nella storia richiama la Lega. Sarà una musica sulla falsariga del Va’ pensiero su cui una voce tenorile fa continui riferimenti al fallo».
La storia ruota intorno a Zalone, un giovane pugliese che lascia il suo paese, Polignano e arriva a Milano con il sogno di diventare un cantante famoso. Qui lo ospita il cugino gay (il barese Dino Abbrescia), che vive col compagno (Fabio Troiano). Per Zalone sarà difficile abituarsi alla mentalità milanese e l’incontro con Marika (Giulia Michelini), di cui si innamora, complica ancora di più le cose: il padre (Ivano Marescotti) della ragazza è un leghista convinto. La vita di Checco, però all’improvviso ha una svolta, quando vince I Want you, uno show in stile X factor e diventa famoso…
«Checco, l’ho fatto debuttare io qualche anno fa a Telenorba e da allora siamo sempre rimasti in contatto – dice Gennaro Nunziante, al suo debutto alla regia -. Il senso più profondo della storia è un attacco alla ricerca della fama a tutti i costi che c’è nella società di oggi. Non è vero che uno su mille ce la fa. Ce la fanno tutti e mille».