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Alcuni dei più importanti indizi lasciati, in Europa, dall’uomo preistorico sulle origini del culto di entità superiori e dei riti funebri si trovano nelle cuore delle Alpi, più precisamente nella città Aosta. Sono emersi da scavi archeologici, iniziati nel 1969, che hanno riportato alla luce un’enorme area megalitica che si trasformerà, in qualche anno, in uno dei più grandi parchi archeologici del continente.
In attesa della sua apertura, prevista nel 2013, per una settimana, il sito svelerà in anteprima i suoi segreti anche al grande pubblico, in occasione del cantiere evento promosso dall’assessorato alla cultura della Valle d’Aosta. L’area di quasi 10 mila metri quadrati è costituita da un santuario all’aperto, fondato nel terzo millennio a.c., nell’età del rame.
Tra i ritrovamenti più importanti figurano gli imponenti monumenti funerari costruiti con grandi pietre (megaliti) e le statue-stele antropomorfe istoriate (2800-2750 a.c.). L’origine di queste vere e proprie opere d’arte costituisce uno dei più appassionanti interrogativi dell’archeologia: «Non si esclude la possibilità dell’esistenza, all’epoca, di un pantheon già cristallizzato di divinità o eroi oggetto di precise forme di culto», spiega Gaetano De Gattis, della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta.
I visitatori che entreranno nei prossimi giorni nel cantiere archeologico di Aosta potranno anche vedere alcune altre suggestive testimonianze di carattere sacro: buchi di alloggiamento per pali in legno rituali, la ricostruzione di un’area soggetta ad aratura sacra, rito propiziatorio per la fertilità del terreno, l’allineamento di pozzi rituali al cui interno venivano depositate macine e semi di frumento. Reperti che consentono una cavalcata nel tempo di 3.000 anni, dalla fine del neolitico all’età moderna.
Quello che oggi è ancora un cantiere si trasformerà, in quattro anni, in un parco archeologico e in un polo del turismo culturale che ha l’ambizione di diventare il Centro di riferimento europeo per il megalitismo. Saranno realizzati, tra l’altro, un museo, un centro di ricerca per l’archeologia preistorica e protostorica, una sede per esposizioni temporanee e una biblioteca.
Di tutto ciò, per ora, è offerto un assaggio con la formula del cantiere evento, già adottata con successo in Valle d’Aosta per altri beni culturali. «L’obiettivo è di restituire e di comunicare in chiave didattica e divulgativa – spiega l’assessore regionale alla cultura, Laurent Vierin – i risultati delle ricerche scientifiche e le prassi del processo di tutela e conservazione del patrimonio, coinvolgendo la comunità in tematiche generalmente di competenza esclusiva degli addetti ai lavori».