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"Francesco“Cosa chiedere di più?” quando un romanzo, appena uscito, conquista subito il suo pubblico, lo segnala nei vari blog disseminati sul web, soprattutto emoziona, fa riflettere e ci porta a conoscere l’animo, le paure, le incertezze dei protagonisti della storia. L’importante è adesso (Mondadori; pp.384; euro 16,00) è l’ultimo lavoro letterario di Francesco Gungui trentenne scrittore milanese, di professione editor, penna moderna, grintosa e accattivante, con un personale stile di scrittura. Che affonda lo sguardo e l’attenzione con delicatezza, ma con estrema lucidità, spesso con una buona dose di ironia, nel mondo delle nuove generazioni. La prova evidente è in Mi piaci così, la precedente pubblicazione. E loro, quei ragazzi spesso descritti come sbandati e svogliati, hanno voglia invece di mettersi in gioco, di cogliere al volo le opportunità, di tirare fuori sentimenti e paure nascoste per troppo tempo. Per poi saperle vivere appieno, intensamente. Insomma, per questi ragazzi L’importante è adesso. Vogliono rischiare. Basta poco: decidere come fa Giacomo di non iscriversi all’Università, vista la confusione che regna sulla scelta della facoltà da seguire (ed allora meglio lasciar perdere per non seguire la “massa”), tirar fuori il coraggio di partire per Londra e di cogliere il momento. Svolgendo un lavoro precario, unito a rapporti interpersonali non sempre facili, non parliamo con l’altro sesso. Viola, darà “filo da torcere” al protagonista. Ma gli farà conoscere l’amore, quello vero. E poi c’è un genitore forse da scoprire per la prima volta e la sua nuova famiglia. Il risultato? In positivo: perché bisogna sempre provare nella vita, mai arrendersi a stereotipi inculcati. Quell’esperienza, anche dura, può rivelarsi meravigliosa, piena di nuovi stimoli.

Francesco Gungui, un anno sabbatico, può davvero cambiare la vita? Così parte questo romanzo, frutto di una considerazione o per esperienza personale?

La vita cambia in ogni caso, anche se non ce ne accorgiamo. Ma è tutto quello che facciamo "adesso" che la fa cambiare. Un anno sabbatico è un’occasione per mettersi alla prova, per allargare i propri orizzonti, il punto non è cambiare, ma alimentare la propria strada con esperienze vere.

Quanto c’è di autobiografico in questa storia?

La mia esperienza è sempre il punto di partenza. Ma non solo la mia. Nei miei libri, la mia vita è "frullata" insieme a quella dei miei amici e delle persone che amo.

Mettersi alla prova, facendo un lavoro precario e mai fatto, può essere la spinta in effetti per capire cosa si desidera..”fare da grandi”?

La parola chiave è proprio "provare". Come a un certo punto si dice nel libro. Di fronte alle persone che mi dicono che non sanno che fare, io dico sempre "comincia a fare qualcosa, qualsiasi cosa". Poi le cose accadono.

"copertina"Lei descrive un mondo giovanile molto radicato a sani principi, dei personaggi alla Moccia o quelli descritti in trasmissioni come Lucifero c’è ben poco. Ci spieghi la differenza.

"Sani principi" magari non sempre. Però sono persone che vivono intensamente. Con tutti gli errori che si possono compiere. I media invece si divertono a descrivere le nuove generazioni allo sbando, giusto per far notizia. Il buon Moccia invece non c’entra, cioè, credo che i nostri libri siano molto diversi, e i lettori me ne danno conferma. Credo che anche il suo interesse sia quello di raccontare la realtà, ma sicuramente partiamo da due punti di vista differenti.

La storia vede la presenza di un bellissimo rapporto con un bambino di nove anni. E’ Lucas, come nasce dalla sua penna questa figura?

Prima di scrivere romanzi per lettori adulti, ho scritto libri per bambini nella collana Mondadori Junior 9+. E ho incontrato per tre anni moltissimi bambini nelle scuole. Quindi Lucas nasce proprio da questi incontri. Ma andando indietro nel tempo… le storie che scrivevo da bambino, quando avevo nove, dieci anni, raccontavano sempre le avventure di un bambino senza genitori che girava il mondo col suo cane. Da qui, il cane di Lucas, Freddy…

Anche la ragazza protagonista, senza rivelare troppo del romanzo, si svela alla fine particolarmente interessante. Ci parli del suo carattere, una che non ha peli sulla lingua.

Sì, Viola dice tutto quello che pensa, l’esatto contrario del protagonista, Giacomo. Volevo farli incontrare…

L’importante è adesso: ovvero?

"There’s no way to happyness, happyness is the way"

Ma qual’ è il messaggio lanciato ai suoi lettori?

Non fate le cose solo perché "si fa così".

E quali sono le prime risposte dei lettori, raccolte dalle varie presentazione che sta facendo in tutt’Italia?

Mi dicono che "L’importante è adesso" è più bello del mio precedente romanzo, "Mi piaci così". Cosa chiedere di più?

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.