Tempo di lettura: 4 minuti
Ogni anno un gruppo di castelli diverrà ostello e riserva indiana per artisti del contemporaneo scelti in un’ottica multimediale multiculturale e transnazionale. In tal modo si crea un nomadismo culturale che porta i protagonisti dell’arte a viaggiare, a risiedere nel territorio pugliese. La Puglia diventa il teatro di un evento culturale in cui l’arte contemporanea progetta paradossalmente il proprio passato incontrandosi con la storia dei luoghi. Di questi luoghi. Un grand tour per tutti. (Achille Bonito Oliva).
Una grande rassegna internazionale d’arte contemporanea si apre nel Castello Svevo Aragonese di Barletta, sabato 16 maggio (inaugurazione alle 20). E’ la quarta edizione di Intramoenia/Extra Art, il progetto di mostre itineranti nei castelli di Puglia curato da Giusy Caroppo con la direzione scientifica di Achille Bonito Oliva, che negli anni scorsi ha toccato Castel del Monte e i castelli della Daunia e del Salento. La rassegna 2009 (anticipata nel dicembre 2008 da una grande installazione di Michelangelo Pistoletto e Gianna Nannini nel castello di Bari) è inserita nel programma “Puglia Circuito del Contemporaneo”, varato dalla Regione d’intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Ministero dello Sviluppo Economico, che prevede altre prossime iniziative a Lecce e a Bari.
“Questo è un anno speciale, l’anno di una sfida vinta”, sottolinea Silvia Godelli, assessore regionale al Mediterraneo. Speciale è la mostra di Barletta, che s’intitola "On the ground, underground". Pitture, fotografie, video, opere multimediali, installazioni site specific, workshops di 23 autori italiani (sei pugliesi) e stranieri (da Asia, Africa, Brasile, Russia, Est europeo), molti dei quali di notorietà internazionale, occuperanno i suggestivi ed immensi sotterranei del castello appena restaurati, e per la prima volta aperti all’arte di oggi.
Ecco l’elenco degli artisti che compongono un quadro articolato di nuova creatività. Esso comprende la figura di un grande precursore, Gino De Dominicis, l’artista scomparso nel 1998: Georges Adeagbo, Aes+F Group, El Anatsui, Betty Bee, Loris Cecchini, Paolo Chiasera, Tullio De Gennaro, DueNuovi, Domingo Milella, Piero Mottola, Ernesto Neto, Alessandro Palmigiani, Zhang Peili, Luca Pignatelli, Annalisa Pintucci, Maria Pizzi, Zakaria Ramhani, Massimo Ruiu, Roberto Schiavi, Shozo Shimamoto, Adrian Tranquilli, Victoria Vesna.
Nella grande festa inaugurale sarà dato spazio a performance nel fossato nel castello ed un dj party.
Di seguito riportiamo un testo della curatrice della mostra Giusy Caroppo.
On the ground – in superficie – ci accoglie la provocazione dolorosa di Betty Bee, che innalza un grande girasole dorato di filo spinato, mentre, tra il verde, strane visioni marziane, racchiuse nei light box di Alessandro Palmigiani, stupiscono adulti e bambini. La cultura occidentale, incarnata nel busto di Federico II, dialoga con un policromo Buddha, risultato delle azioni pubbliche di Shozo Shimamoto. Immateriale, soltanto sonora, è la presenza/assenza dissacrante di Gino De Dominicis, nella piazza d’armi; quindi, nella sala del vecchio forno, la complessa architettura progettuale dei DUENUOVI/Two&New (born), avvicina il mondo dei volatili al caotico sistema degli umani, trovando sviluppi nel campo editoriale, scientifico, didattico, economico, storico, digitale, artistico, aprendosi al pubblico per originali laboratori all’aperto.
Dalla lunga scalinata interna, i sotterranei si offrono grandiosi allo sguardo del visitatore: una prima parte è frutto del recente ed inedito restauro, un secondo versante è eredità dell’antico ripristino dell’intero castello.
Basta “citofonare” per entrarvi: è un trompe l’oeil, figlio del divertissement di Roberto Schiavi. Si va alla scoperta delle tessiture monumentali di El Anatsui, vive la leggerezza dello spazio equivoco – una finestra sul via vai di una strada contemporanea dell’estremo oriente – del padre della video arte cinese Zhang Peili, l’iperrealismo virtuale nel cyberspazio di AES+F Group, le testimonianze concettuali ispirate alla musica di Tullio De Gennaro e le ricerche sul suono di Piero Mottola. Lo sguardo sul mondo reale è nella fotografia dei paesaggi urbani di Domingo Milella, quello metaforico è nel segno, declinato in disparati formati e medium da Annalisa Pintucci.
La circolarità avvolgente della sala S. Vincenzo invita ad interagire con i nano-mandala tecnologici di Victoria Vesna; accanto, le palpitazioni del super eroe fragile di Adrian Tranquilli, angeliche presenze nella pittura di memoria di Luca Pignatelli, le visioni strutturali e sintetiche – quasi ectoplasmi geometrici – di Loris Cecchini, i video-ambienti noir di Maria Pizzi, il dialogo interculturale nelle installazioni di Massimo Ruiu come in quelle di Georges Adèagbo, il carnale rapporto con la natura e i suoi elementi, vitali e fisici, nella video-installazione ambientale di Ernesto Neto.
È Paolo Chiasera a racchiudere semplicemente in un mattone, prodotto dalla combustione del “gesto” dei writers – tracciato su una parete fittizia, alzata a completamento del rudere di un muro di cinta, azione narrata in una videotestimonianza – il flessibile concetto di “underground”, in stretta assonanza con i grafismi che compongono il grande ritratto di Zakaria Ramhani.
La mostra sarà visitabile sino al 30 agosto tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00. Lunedì chiuso tranne festivi. Tutte le informazioni ai siti: www.comune.barletta.ba.it e www.intramoeniaextrart.it