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A Buenos Aires si condensa un terzo della popolazione di tutta l’Argentina. Un dato che giustifica l’immagine di capitale caotica e vitale a tutte le ore del giorno e della notte. I porteños, da bravi argentini, amano però anche il relax nel verde. Per loro fortuna (e per la fortuna dei visitatori che vogliano ritagliarsi una passeggiata all’aria aperta), 30 km a nord della capitale, c’è il Tigre (chiamato così dagli spagnoli per l’avvistamento in epoca coloniale di giaguari confusi per tigri), un immenso delta fluviale nato dall’unione del Rio de la Plata e del Rio Paranà. Un dedalo di corsi d’acqua e canali costellati da isolotti ricoperti di vegetazione lussureggiante a strapiombo sull’acqua, case, lidi balneari, ristoranti e club nautici costruiti su palafitte. I tanti salici piangenti affondano le proprie radici nell’acqua marrone a causa del letto ferruginoso. Una località di vacanza “anfibia”, una Venezia di campagna, dove visitatori e residenti, vacanzieri e curiosi sbarcano da canoe, kayak, catamarani, moto d’acqua o yatch attraverso i tanti pontili di legno. Se si è fortunati, si può anche incrociare uno dei supermercati naviganti che riforniscono le case “pontile a pontile” (versione fluviale dell’urbano “porta a porta”).
Un luogo molto caro ai porteños che, prima richiamati dal casinò (chiuso nel 1933 dopo il divieto del gioco d’azzardo nei dintorni della capitale), poi in fuga dalla giungla di cemento, hanno sempre scelto il Tigre per il proprio tempo libero. Tantissimi hotel e pensioni consentono di fermarsi qualche giorno per godere appieno delle bellezze naturalistiche del luogo, concedendosi anche qualche ora di shopping nell’enorme “Mercado de Frutos”. Un tempo specializzato in frutta e verdure, adesso è la gigantesca vetrina privilegiata (ci vogliono almeno 2 ore per visitarla tutta) di tanti artigiani del posto sulle cui bancarelle è possibile trovare prelibatezze di ogni tipo ed oggetti in paglia. Tra natura, sport (con i suoi 12 club, il Tigre è la culla del canottaggio) e shopping, un luogo di charme dove soggiornare o fermarsi per un pit-stop culinario è sicuramente Villa Julia (villajuliaresort.com.ar), straordinaria casa del 1906 di fronte al fiume Lujan. Le stanze d’epoca si affacciano sullo splendido giardino dove potrete sorseggiare un tè o assaggiare una buona frittura di pesce.
Suggestivo anche il palazzo di stile italo-francese (1909) che ospita il Museo d’Arte. L’ampia terrazza consente di apprezzare dall’alto i fioriti giardini ed il tranquillo fiume. Accoglie solitamente prestigiose mostre temporanee ed un centinaio di opere permanenti di artisti argentini: dal locale Paez Villarò al cantore del quartiere La Boca di Buenos Aires, Benito Quinquela Martin. Con il suo wi-fi per connettersi senza fili e gratis in tutte le piazze ed il continuo andirivieni di auto, treni, traghetti e pullman carichi di turisti da Buenos Aires, il Tigre (specie in questa fase di rivitalizzazione dell’economia nazionale) sta diventando una meta molto gettonata.
Bene, sempre a patto che ne sia tutelata la biodiversità. No a edilizia selvaggia e traffico acquatico senza regole. Lo sanno bene i residenti, pronti a protestare occupando il porto con le loro canoe. Perché al Tigre, davvero tutto accade sull’acqua. Anche le proteste.
COME ARRIVARE- Panoramica e rilassante escursione ogni giorno con partenza da Puerto Madero. In un’ora e 50’, si costeggiano lo stadio del River, l’aeroporto cittadino, i quartieri residenziali più ricchi fino all’ingresso del delta. Con le indicazioni di una guida multilingue, si arriva fino al Tigre, da dove si riparte alle 16.05. Info: sturlaviajes.com.ar. Alternative via terra: il treno di linea (ogni 15 min. dalla stazione Retiro di Buenos Aires, vagone attrezzato per le bici) e quello turistico che costeggia il fiume (trendelacosta.com.ar).
Info: www.tigre.gov.ar e www.destinationargentina.com.
Foto di Victor Liotine