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Una buona dose di canzone d’autore, una di liriche visionarie e un tocco di sfuriate elettriche. Questi gli ingredienti. Lorenzo Kruger alla voce (autore dei testi), Nestor Fabbri alla chitarra, Bartok al basso e il Vix alla batteria si isolano per una decina di giorni in cima a una collina, in una cascina deputata ad accogliere una sorta di braistorming. Della partita anche David Jr. Barbatosta, alla tromba in veste di musicista aggiunto, e, special guest quale produttore artistico, Giorgio Canali, uno tra i più completi artisti della musica italiana reo da sempre di antidivismo militante. Questa la squadra dei Nobraino alle prese con No Usa! No Uk!, album dalle atmosfere rilassate nella prima metà, preda di fulgore nella seconda.
Sin dal primo ascolto sorge spontaneo il paragone tra i toni bassi della bella voce di Kruger e certe modulazioni appartenute a Fabrizio De André, ma le somiglianze terminano qui. Di particolare forza, i testi reclamano un ascolto attento per non perdere quei passaggi sarcastici che la band evidenzia sin nei titoli. Le liriche di Narcisisti misti sono cariche di cinismo, La giacca di Ernesto è teatrale ed egocentrica. Apprezzabili osservatori della strampalata società odierna, i Nobraino approfondiscono tematiche affini a cavalli di battaglia già pubblicati in The Best Of, disco d’esordio inclusivo di Nano Calvo e altre belle composizioni. Con L’onesta monarchia di Luigi Filippo e Succhiamilcuore le chitarre elettriche rumoreggiano e Chi Me l’ha fatto fare debutta con un riff che presenta, addirittura, punti di contatto con Love Buzz dei Nirvana.
Una produzione fuori dagli schemi, dotata di serrato istrionismo, folli schegge di rock e folk che media questi eccessi. Dal vivo pare che la band renda ancora più estreme le proprie canzoni, plagiando gli spettatori e mettendo in scena vero e proprio cabaret musicale.
No Usa! No Uk! (pubblicato da MArteLabel) è un disco che risolleva le sorti della canzone d’autore italiana, ultimamente sbiadita e arenata su vecchi stereotipi.