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La notte può essere carica di risvolti solari e di possibilità da cogliere. Sembrano queste le rassicurazioni offerte dai Shijo X. Il loro “…If a Night” è esaltazione onirica in musica, vivace suite in antitesi a quel mood dark ispiratore dell’album. Shijo X è un intraprendente gruppo italiano, di stanza a Bologna, composto da Laura Sinigaglia (voce), Davide Verticelli (piano, synth), Federico Fazia (basso) e Federico Adriani (batteria).La genesi di …If a Night risale al 2009, attraversa tre anni e diversi cambi di formazione, per poi vedere la luce nella primavera di quest’anno.Ipnotiche fascinazioni alt-jazz segnano il fil rouge che lega i tredici brani di un disco fresco, che si ascolta a flusso continuo. Una sorta di concept legato all’idea della notte. Una traduzione sonora degli umori carpiti a quella dimensione appannata da vapori narcotici e scandita da rintocchi di lancette che trascinano emozioni e sensazioni. Un lasso di tempo che per molti è tregua, per altri sequenza tanto vivida quanto vaga. Un tunnel temporale che va dalle due alle sei del mattino: il tempo che si ritagliano i vampiri, gli artisti, gli amanti.Forse i Shijo X rientrano in queste categorie, o forse ne hanno accuratamente raccolto le tendenze, perché le loro composizioni presentano guizzi raffinati e tratti velati dal torpore. Il canto della Sinigaglia è evocativo – a volte chanteuse d’altri tempi dal timbro sensuale, a volte anticonformista dallo stile volutamente naïf – e confacente ai suoni variegati della tastiera di Verticelli (già nella band di Beatrice Antolini).Tutto il progetto poggia sulla qualità di elementi che, notizia non di poco conto, sanno condurre a termine una coerente narrazione musicale. Uptown bike, ispirata dai Portishead, è brano che pulsa incalzato da bassi alternati a ritmi in levare. Armoniose variazioni di tempo che si riscontrano anche nel fiabesco In (the) Moscow. Il dinamico Runnin’ s’inerpica cadenzato in una spirale avvitata sul binomio voce-basso prima di lasciare il campo allo schizofrenico Bad Bed, festival di suoni allucinati. Il canto da sirena adottato per Zabriskie’s Bench suggella la parte finale di un eccellente lavoro che con l’ansiogeno Krueger schiude le tenebre alla prima luce solare.Tutto cantato in lingua inglese, il disco si candida ad affrontare il mercato internazionale, con ottime probabilità di ottenere un favorevole nonché meritato riscontro.