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Dopo aver mosso i primi passi nell’underground con la sigla “rml” (Eramale) e aver rimaneggiato la compagine, Savino (chitarra e basso) Federico Pavone (batteria) Marianna D’Amario (voce) e Giacomo (basso) debuttano, in questi giorni, con il progetto Moveonout.
Dalla incessante attività concertistica, i quattro abruzzesi desumono idee ed elaborano intuizioni che, portate in studio d’incisione, danno vita al primo vero full-length della band, Here.
Il gruppo è fortemente attratto dall’ampia sfera gravitazionale del rock, ma non rifugge da influenze melodiche. Il nucleo del sound è costituito da una possente ritmica: i bassi profondono tono greve, le chitarre intagliano picchi che farebbero schizzare i sismografi, ma spesso tale veemenza grezza risulta smussata. L’apertura dell’album è affidata a Drury Lane, brano corrosivo che consegna a Marianna il compito di alleggerire la tensione. Stay Behind ha i toni alternati e inquieti mentre è di tutt’altra varietà la sostanza di Earl Grey, ballad acustica dal mood dimesso che si addice alla morbida espressività dalla voce della cantante. I Mouveonout propongono una rivisitazione del crossover in voga alcuni anni fa (a tratti ricordano i tedeschi Guano Apes) con quel tipico sound denso tenuto sotto chiave, che monta ma non deflagra mai completamente, e li pone in un limbo sonoro.
I quasi quaranta minuti di Here, però, mostrano anche aspetti riflessivi, forse più consoni alle caratteristiche di questo promettente combo. White Muted Pearls modula l’andatura su uno stile che ha fatto la fortuna di band capeggiate dagli Evanescence, mentre Bubbles And Candles e la conclusiva Time reiterano un’andatura dall’aggressività limata, propria di un rock metal stritolato dall’abbraccio pop a carattere melodico. Una soluzione che riduce la possibilità di far svettare un componimento sull’altro e aumenta le probabilità di lasciar sfilare le tracce – ai più distratti – come un unico flusso indistinto.
La pubblicazione di Here è prevista per il 5 marzo (Self Records).