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«La necessità che muove la scrittura di questo libro è che la presenza così forte e massiccia dell’informazione e dell’informatica e l’affermazione di modi di produzione completamente distinti da quelli industriali e manifatturieri impongono la creazione, come direbbe Thomas Kuhn, ‘di una scienza rivoluzionarià anche in architettura», afferma Nino Saggio, docente di Progettazione architettonica assitita alla Sapienza, a proposito del suo ultimo libro, Architettura e modernità (Carocci, pp. 470 – 43,70 euro), aggiungendo che: «Si tratta quindi di una scienza che riformuli i suoi assunti, il suo contesto, i suoi metodi, perchè troppo forti sono i cambiamenti intorno a noi per cercare di comprenderli dentro un modello nato in tutt’altro contesto e per tutt’altre ragioni».
L’autore, del resto aveva già pubblicato anni fa una «Introduzione alla rivoluzione informatica in architettura» (Carocci, 2007) tradotta in varie lingue e che è un poco la premessa questo ampio escursus nella storia dell’architettura moderna, nato dall’esigenza di collocare la fase attuale in una prospettiva più ampia, per arrivare a comprendere questi nostri anni così ricchi di fermenti all’interno di un percorso storico: la riscrittura della storia quando nuove prospettive emergono è d’altronde una tradizione ben radicata all’interno di ogni espressione artistica».
Il tema della polluzione e dell’uso consapevole delle risorse, lo squilibrio tra Nord e Sud, tra povertà e ricchezza, la trasparenza e democraticità delle informazioni, lo sviluppo di ambienti e soluzioni che lascino spazio alla presa di coscienza critica, per Nino Saggio, ci dimostrano quanto l’informatica abbia assunto di colpo un ruolo risolutivo, inserendosi dentro vere situazioni di crisi. La modernità d’altronde non è lo sforzo verso la trasformazione delle ‘crisi in valorè? In una tensione che, proprio perchè storicamente radicata e motivata, si incanala verso le responsabilità della ricerca vera, di rottura e cambiamento, anche in architettura».
Il volume si snoda lungo un arco temporale di un pò meno di 100 anni, che va dall’affermazione del modello industriale anche in architettura e arrivia a oggi, con le ricerche di un’architettura basata sull’informatica. «Si confronteranno così, da una parte, la tendenza oggettiva, meccanica, astratta e funzionale affermatasi a metà degli anni venti del Novecento e, dall’altra, le ricerche che segnano la fase attuale all’inizio del nuovo millennio. Oggi i modi stessi di affrontare la progettazione si sono ribaltati perchè, a sistemi assiomatici, ideologici e a un processo induttivo, sempre più tendiamo a sostituire approcci deduttivi, che valorizzano la potenzialità dei nostri moderni strumenti di simulazione».
In queste pagine, per comprendere l’ampiezza e le motivazioni delle ricerche, si intessono rapporti tra architettura, arti figurative e alcuni aspetti delle riflessioni filosofiche o letterarie. Se il primo tema è quello legato alla nascita dell’età della macchina, e quindi la prima affermazione di un’architettura che, abbandonando definitivamente il modello rinascimentale, si riesce a riformulare attraverso la spinta esercitata dai movimenti di avanguardia, la sintesi compiuta dai grandi maestri europei (Walter Gropius, Le Corbusier, Mies van der Rohe, Erich Mendelsohn), l’apertura dei fronti di impegno sociale e politico, l’ultimo ha una spinta di non minore e non diversa intensità, legandosi alla rilevanza dell’informatica e la presenza di un ragionamento sistemico sui nuovi rapporti tra esseri viventi e ambiente, che punta a un cambiamento radicale dell’idea stessa di architettura».